venerdì 14 maggio 2010

Soft Machine - The Peel Sessions (recorded 1969-1971)

La prima cosa che mi viene in mente alla parola jazz sono loro. Pur essendo un grande fan di Wyatt, non sono mai riuscito a disconoscere Ratledge, Hopper e Dean neppure alla luce del loro disinteresse verso Moon in June, di fronte allo sbattimento fuori del batterista, neppure alla luce dell'evidente perdita di ispirazione negli anni successivi. Questo doppio cd è stata una delle primissime ristampe che hanno dato il via al fiume in piena, che soltanto i macchiniani più sfegatati avranno avuto voglia di navigare.
Siamo nel periodo di massima creatività, e mi si permetta di dire che Canterbury non c'entra niente qui, i ragazzi sarebbero potuti venire anche dalla Luna per fare tutto questo.
La predominanza va per gli strumentali del periodo; Ester's Nose Job, la mega suite Mouse trap-Noisette-Backwards (anche se la versione migliore è altrove), Slightly all the time, Facelift, ed altre; esplorazioni dell'ignoto, astrazioni metafisiche, elaborazioni che sono sempre diverse in base all'interpretazione. Menzione speciale per Virtually, in una rendition devastante nella sua potenza.
Ma forse non a caso il compilatore ha voluto mettere le mosche bianche all'inizio e alla fine, ovvero le wyattiane che tanto srazzavano dal resto. Come la versione subacqueo-lisergica di Dedicated to you..., con piano rigorosamente patafisico e vocals spettrali. O come quella che secondo me è una delle migliori versioni di Moon in June, che seppur ridotta nel minutaggio (soltanto 13 minuti) è superba rendition del power-trio. Le lyrics reinventate per l'occasione, poi, sono qualcosa di fantasticamente divertente, compresa una innocente frecciata a Ratledge, che mi immagino permaloso e offesosi al riascolto.....
I brividi comunque sono sempre quelli, per noi che amiamo la luna in giugno.

(originalmente pubblicato il 22/02/09)

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