Dalla stessa radice che avrebbe generato acts di successo come Mission, Cult e Sisters of Mercy proveniva anche Kirk Brandon, che da metà anni '80 ebbe anche lui la sua discreta fortuna con gli Spear Of Destiny. Che erano, diciamolo pure, francamente inascoltabili. Mentre i Theatre of Hate, che durarono neanche 3 anni, fecero soltanto questo disco in studio e furono appena meglio.
Brandon aveva un timbro vocale molto acuto e scriveva musiche enfatiche, pompose e quasi mitologiche. Ovviamente fu allineato agli standard gotici dei tempi, grazie ad arrangiamenti scuri, una batteria spesso tribaleggiante, un sax che punteggia le scabree linee di chitarra e basso.
A risentirlo adesso, Westworld suona molto monotono, nonchè invecchiato malissimo. Il cantato insistente diventa quasi fastidioso man mano che il disco prosegue, asfittico. E pensare che la prima volta che l'ascoltai conoscevo soltanto Judgement Hymn da una raccolta, ma alla fine ho scoperto che si tratta del miglior pezzo in scaletta, una cavalcata isterica con impennate epiche di prim'ordine. E alla lunga sembra che Westworld indugi sugli stessi temi, finendo per tediare non poco.
Brandon aveva un timbro vocale molto acuto e scriveva musiche enfatiche, pompose e quasi mitologiche. Ovviamente fu allineato agli standard gotici dei tempi, grazie ad arrangiamenti scuri, una batteria spesso tribaleggiante, un sax che punteggia le scabree linee di chitarra e basso.
A risentirlo adesso, Westworld suona molto monotono, nonchè invecchiato malissimo. Il cantato insistente diventa quasi fastidioso man mano che il disco prosegue, asfittico. E pensare che la prima volta che l'ascoltai conoscevo soltanto Judgement Hymn da una raccolta, ma alla fine ho scoperto che si tratta del miglior pezzo in scaletta, una cavalcata isterica con impennate epiche di prim'ordine. E alla lunga sembra che Westworld indugi sugli stessi temi, finendo per tediare non poco.
(originalmente pubblicato il 02/01/09)
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