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Secondo me non avevano nulla a che vedere col Paisley underground, movimento più che altro estetizzante, nè con il glamour campestre dei Giant Sand.
Il forte stava nelle arrendevoli ballad ad alto voltaggio elettrico, sottolineate dal rauco croonering di Kyser: The napkin song, Hidden Lands, Triangle song, On the floe, sono piccoli capolavori di umile periferia americana, alternati sapientemente con qualche numero strettamente country come la title-track o Whirling dervish.
Quando invece decidono di dare fuoco all'argento, scoppiano le scintille: Americana è un improbabile incrocio fra Neil Young e Neu!, Diesel Man è una discesa negli inferi, nella notte gelata del deserto.
Nel loro genere, unici.
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