Della mia passione sui TA ho già riferito a proposito di The surveillance, quindi non ho potuto fare a meno di tornare ai primi anni del trio di Washington, nella fattispecie l'esordio eponimo. Il quale presenta subito un biglietto da visita irruento come Ballbados, con ritmi dispari, basso ossessivo e chitarra hard-rock. L'ardita mistura di seventies, new-wave e kraut-sound funziona alla grande in Trans Am, in cui Manley inizia a smanettare con synth ed effetti: Enforcer e Firepoker sfoggiano folate di audio-generator, A single ray è contemplazione teutonica, Prowler minaccioso eco di tamburi, Orlando ritorna al rock fracassone con sincopi ritmiche da mozzare il fiato ed un riff quasi AC/DC. La chiusura di American Kooter invece appare riassumere il senso di questo debutto clamoroso, con 8 minuti di spasmi divisi in due parti: violentemente fisica la prima, rallentata e pacifica la seconda, con un epico incedere slow-core.
Quasi inutile ribadire le enormi doti tecniche dei tre, con un Seb Thompson già novello Bonzo, un Nathan Means bassista fluido ed efficace ed un Phil Manley tuttofare diviso fra chitarre ed elettronica; tre pazzoidi da legare con una camicia di forza.
E Trans Am fu soltanto la prima tappa di un percorso geniale che mi auguro continui ancora per molti anni....
(originalmente pubblicato il 14/11/08)
Quasi inutile ribadire le enormi doti tecniche dei tre, con un Seb Thompson già novello Bonzo, un Nathan Means bassista fluido ed efficace ed un Phil Manley tuttofare diviso fra chitarre ed elettronica; tre pazzoidi da legare con una camicia di forza.
E Trans Am fu soltanto la prima tappa di un percorso geniale che mi auguro continui ancora per molti anni....
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