mercoledì 5 maggio 2010

Unwound - Challenge for a Civilized Society (1998)

Band complessa, che in un decennio di attività ha esplorato diversi aspetti del rock alternativo americano. Partendo da un durissimo substrato tipicamente hardcore-noise, gradualmente sono pervenuti ad uno stile molto personale chiudendo con un doppio, Leaves turn inside you, una faticaccia ambiziosissima che li portò allo scioglimento. Challenge vedeva già gli esperimenti ad un buon punto di maturazione: il riff galattico di Data apre con frenesia, il suono di Trosper è fin da subito il tratto distintivo del trio. Le danze iper-cinetiche di Laugh Track e Meet the plastic ne mostrano il lato più epidermico e contorto, con una folle alternanza di umori che spiazza l'ascoltatore; dal demenziale si passa al nero pece con estrema facilità, a volte sembrano una versione noise dei Devo (No-tech!), oppure si lanciano in sbrodolature sballate, come i rimbombi post-atomici di Side effect of being tired. Non mancano dolorose escursione nello slow-core come Sonata for loudspeakers o Lifetime Achievement Award, caratterizzate da un'arrendevolezza disarmante. What went wrong inizia in tal modo e riesce a condensare meglio le varie caretteristiche sopra elencate, con 8 minuti di dilatazione che passa dal quasi-silenzio al casino più totale.
Non so dire se questo sia il miglior disco degli Unwound, io preferisco Leaves turn inside you per una maggior apertura al respiro dei pezzi e una riuscita generale del mix. Spiace dirlo, perchè di certo non sono loro mancate le idee e l'originalità, ma l'eccessivo ermetismo e cervelloticità di un ibrido così confuso non ha permesso di ottenere degli sviluppi concreti memorabili, considerazione che mi porta a classificare gli Unwound come una grande incompiuta.

(originalmente pubblicato il 16/11/08)

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