Pubblicata per la prima volta nel 1982 da chissà chi e ristampata dalla fantomatica Spalax Music nel 1996, Time Vaults è una raccolta che documenta il periodo fantasma dei Van Der Graaf fra il 72 e il 75, quindi indirizzata esclusivamente ai fans di Hammill & co. La qualità audio non è fantastica, come precisa lo stesso leader nelle note del digipack, ma trattasi di documento storico e quindi va preso per tale. Certo però che se si prende il primo pezzo in elenco, The liquidator, si ha alle prese con una meraviglia di scarto: il giro di piano prende forma lentamente, Evans fa un'entrata delle sue, Jackson svolazza col suo multi-fiato, la melodia discendente di Hammill fa il resto, il tutto comodamente all'altezza di Pawn Hearts o di Godbluff. Siamo nel 1973 e il generatore ufficialmente è sciolto, dopo le disavventure italiane dell'anno precedente e qualche abuso di troppo. Hammill si è lanciato a rilasciare le proprie inquietudini in una manciata di dischi introspettivi, gli altri tre restano alla finestra. Ma spesso si ritrovano, per registrare o per provare semplicemente; Rift Valley vede una grintosa electric guitar a fare da guida, Tarzan una giocosa jam rimasta tale. Con Hammill assente, i ragazzi sapevano darsi da fare lo stesso: Coil night è uno splendido strumentale firmato Jackson, Drift è sketch classicheggiante di Banton, It all went red anticipa certe atmosfere di Godbluff. Ma tornano i brividi seri con Ronceveaux, macabra escursione nella psiche hammilliana rimasta inedita. Il medley Faint and forsaken pesca da pezzi rilasciati sui dischi solisti del 1974, un vero peccato che la fedeltà sonora sia scarsa, perchè a chiusura del cd giace un autentico terremoto come Black Room, registrata a Ross on Wye nel 1972; versione grezza e molto più energica dell'originale confluita su Chameleon in the shadow of the night. Gli sconquassi sonici e i silenzi che trafiggono i 9 minuti della stanza nera restano secondo me una delle più grandi prove di forza del generatore, a dimostrare come si poteva essere violenti ed eleganti, rozzi e classici, scarni e ricchissimi, contemporaneamente.
Irripetibili.
Irripetibili.
(originalmente pubblicato il 16/11/08)
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