Angoscianti oltre ogni limite, i VP avevano velleità artistiche che andavano ben oltre la musica. Teatrali, istrionici e fatalmente disastrosi, molto più complessi della media dark molto in voga ai tempi, gli irlandesi amici degli U2 sfornavano questo albo dal titolo lapalissiano che è un calderone alquanto coraggioso e frammentario di sonorità molto intense. Il tratto distintivo era il potente ed enfatico nasale di Friday, vocalist principale e leader della formazione. Oltre al classico trio rock, aggiungevano una varia strumentazione di corredo (fiati, tastiere, nastri), per mischiare le carte di questo notevolissimo disco, che è un culto da assimilare con calma ed orecchie bene aperte ancora oggi ad un quarto di secolo di distanza.
Confesso, io lo ho ascoltato poche volte ma ne sono rimasto spiazzato nonchè impressionato. I Virgin Prunes erano veramente una band creativa ed intelligente all'interno del marasma gotico, forse i suoni sono invecchiati un po' ma resta comunque una pietra miliare del genere.
Confesso, io lo ho ascoltato poche volte ma ne sono rimasto spiazzato nonchè impressionato. I Virgin Prunes erano veramente una band creativa ed intelligente all'interno del marasma gotico, forse i suoni sono invecchiati un po' ma resta comunque una pietra miliare del genere.
(originalmente pubblicato il 21/01/09)
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