Indecisissimo sul da farsi, e con un nome improbabile da metal-band, nel 1994 dava alle stampe il suo esordio sull'illustre etichetta Road Cone. Dico indecisissimo perchè è un listone di 18 pezzi, di durata accettabile ma che svaria su fronti difficilmente avvicinabili.
L'indie-rock modello Pavement e Guided By Voices occupa una buona metà del tempo, ed è il lato meno interessante. Va molto meglio quando decide di barocchizzarsi, (Shorty, Opening theme) di creare stralunati strumentali per bordoni circolari e fiati evocativi (Elfin Majic, Almost blue), di mettersi nelle vesti di folkster ultra-lo-fi di discreta classe (Recoder, Old Town, Concrete boots), di impaurire con clangori metallici e fuzzati (Long Corridor #6), o di sbragarsi in dilatazioni post-psichedeliche (Death Valley '94, Space).
Se avesse messo nel disco solo questi titoli, si sarebbe parlato di un capolavoro di surrealismo sulla scia dei Residents.
L'indie-rock modello Pavement e Guided By Voices occupa una buona metà del tempo, ed è il lato meno interessante. Va molto meglio quando decide di barocchizzarsi, (Shorty, Opening theme) di creare stralunati strumentali per bordoni circolari e fiati evocativi (Elfin Majic, Almost blue), di mettersi nelle vesti di folkster ultra-lo-fi di discreta classe (Recoder, Old Town, Concrete boots), di impaurire con clangori metallici e fuzzati (Long Corridor #6), o di sbragarsi in dilatazioni post-psichedeliche (Death Valley '94, Space).
Se avesse messo nel disco solo questi titoli, si sarebbe parlato di un capolavoro di surrealismo sulla scia dei Residents.
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