martedì 29 giugno 2010

No Age - Nouns (2008)

Ci mancava un gruppo così, che riconciliasse col concetto di punk e ne confezionasse la versione più moderna possibile senza snaturarne lo spirito.
E in effetti il coro di consensi è stato pressochè unanime per questo duo chitarra-batteria che, complice un manipolo di songs irresistibili, è salito in alto in molte polls del 2008. Nulla di rivoluzionario, ma semplicemente un pop-noise-core in cui le stratificazioni di Randall riecheggiano tante cose, dai My Bloody Valentine agli Husker Du, mentre il vocalismo immobile e stonato di Allen Spunt è adolescenziale il giusto per dare ancora più energia al sound.
Il segreto di Nouns, ciò che lo rende squisitamente interessante, sta nel tenere alta l'attenzione con una scaletta studiatissima: ad interrompere i fracassi trascinanti di Teen Creeps, Cappo, Sleeper hold, Brain Burner, solo per citare i migliori, ci sono variazioni significative nelle pause shoegaze di Eraser, nella placida e atmosferica Things I did when I was dead (simile alle ultime cose degli Usa Is A Monster), nella stasi quasi mogwaiana di Keechie, nel rumorismo torbido di Errand boy, e nella tronfia solennità di Impossible bouquet.
Se si pensa che il punk ormai è una tradizione, i No Age ne sono prosecutori validi e creativi e Nouns dovrebbe essere pompato sulle radio al posto di certi impostori.

(originalmente pubblicato il 11/01/2010)

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