Questi erano i "veri" Mercury Rev, quelli che conobbi io col video di Chasing a Bee su Videomusic, dei primi 3 dischi, della psichedelia rumorosa, della deviazione mentale.
Yerself is steam è un vortice creativo di suoni ruvidi ed ovattati. L'esperienza di Donahue nei Flaming Lips aveva lasciato il segno (vedi la splendida armonia di Frittering che di sicuro ha fatto un invidia terribile a Coyne) ma ai tempi non aveva la leadership, perchè c'era 'sto omone corpulento alla voce, tal Baker, che sembrava una versione giovane di David Thomas e giocava un ruolo fondamentale, credo, anche sulle musiche.
La stessa Chasing a Bee, Coney Island Cyclone e Syringe mouth sembrano mutuate parecchio dalle labbra fiammanti, fatte come sono di quella pasta noise-pop-psych, che in qualche punto riprende anche la lezione chitarristica dei Loop. Ma per ogni pezzo c'è sempre una sorpresa, una deviazione, uno scarto personale che li toglie dalle castagne di essere accostati a cloni. Da segnalare anche l'apporto della flautista, che sembra quasi estraniata dai giochi ma quando entra ha una funzione calmierante che attira l'attenzione. E poi ci sono le perle: Blue and black è una fosca ambientazione drumless con le sommesse declamazioni di Baker a raggelare. Sweet odyssee è un'esplosione di tribalismi space-dark. Trucks un breve schizzo robotico alla Helios Creed. Very sleepy river una jam ipnotica che sfiora i 13 minuti, in cui le chitarre inscenano duelli epico-misticheggianti quasi alla Hawkwind.
Non toccheranno più questi livelli, ma alla luce dell'exploit dell'ultimo Flaming Lips, non è mai detta l'ultima parola...
(originalmente pubblicato il 27/12/2009)
Yerself is steam è un vortice creativo di suoni ruvidi ed ovattati. L'esperienza di Donahue nei Flaming Lips aveva lasciato il segno (vedi la splendida armonia di Frittering che di sicuro ha fatto un invidia terribile a Coyne) ma ai tempi non aveva la leadership, perchè c'era 'sto omone corpulento alla voce, tal Baker, che sembrava una versione giovane di David Thomas e giocava un ruolo fondamentale, credo, anche sulle musiche.
La stessa Chasing a Bee, Coney Island Cyclone e Syringe mouth sembrano mutuate parecchio dalle labbra fiammanti, fatte come sono di quella pasta noise-pop-psych, che in qualche punto riprende anche la lezione chitarristica dei Loop. Ma per ogni pezzo c'è sempre una sorpresa, una deviazione, uno scarto personale che li toglie dalle castagne di essere accostati a cloni. Da segnalare anche l'apporto della flautista, che sembra quasi estraniata dai giochi ma quando entra ha una funzione calmierante che attira l'attenzione. E poi ci sono le perle: Blue and black è una fosca ambientazione drumless con le sommesse declamazioni di Baker a raggelare. Sweet odyssee è un'esplosione di tribalismi space-dark. Trucks un breve schizzo robotico alla Helios Creed. Very sleepy river una jam ipnotica che sfiora i 13 minuti, in cui le chitarre inscenano duelli epico-misticheggianti quasi alla Hawkwind.
Non toccheranno più questi livelli, ma alla luce dell'exploit dell'ultimo Flaming Lips, non è mai detta l'ultima parola...
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