martedì 29 giugno 2010

Nightstick - Blotter (1995)

Una band che si presentava con una cover così non poteva perlomento passare inosservata. E infatti ricordo che dalle pagine di Rockerilla Riva li pompava abbastanza, descrivendoli come bruti, pesantissimi e dediti ad un grand guignol sonoro che estremizzava la volgarizzazione dei Type O Negative. E così, per la serie "grazie al p2p ripeschiamo ciò che non avevamo avuto il coraggio di comprare all'epoca", dopo 15 anni riesco a sentirmi questi impasticcati che in effetti erano davvero lascivi al massimo. Il disco inizia con una lunga distorsione di basso saturato, preludio al doom-sludge monotono di Workers of the world unite. E il chitarrista Cowgill inizia subito a farsi notare, con un assolo galattico alla Creed, da cui è molto influenzato.
Un improbabile incrocio fra Chrome e Melvins si materializza in Some boys; i ritmi sono sempre medio-lenti, il bassista-vocalist Smith grugnisce rozzo e atonale. La cover di Set the control for the heart of the sun è fatta esattamente come l'avrebbero pensata Buzzo e Crover senza far agire la loro tipica fantasia. Ancora Cowgill in evidenza nella jam Mommy what's a funkadelic.
La title-track è l'apoteosi del loro doom impazzito e deragliante, mentre Fellating the dying christ chiude con dei larsen alla Metal Machine Music e una coda sorprendente di cori quasi religiosi.
Il classico modello di gruppo che non aveva nulla da proprorre se non mettere in mostra il loro stile barbaro e truculento. Quasi totalmente privi di creatività, fecero altri due dischi (introvabili anche in rete) e poi scomparvero.

(originalmente pubblicato il 09/01/2010)

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