Ecco il classico esempio di gruppo che non muore mai, che ha la pelle talmente dura da riuscire a sopravvivere agli anni '80, riciclarsi senza mai scomporsi di fronte al susseguirsi delle mode, anche a costo di tirarsela non poco....Li avrei ignorati se non fosse stato per questo ultimo prodotto, che con mia grande sorpresa si è assicurato niente meno che un clamoroso podio, appena dietro i capolavori Heyday e Magician among the spirits. Certo, è innegabile che Kilbey canta sempre allo stesso modo e Wilson-Piper suona lo stesso jingle-jangle da 30 anni, ma quando c'è un ispirazione così elevata non si può fare altro che ascoltare e godere di fronte all'inossidabilità degli australiani, tornati ad un introspezione psichedelica che meglio si adatta ai loro panni. Nessuna stucchevolezza, tanta sostanza e l'esperienza di mezza età che assiste felice Untitled #23.
Anche perchè l'opening track, Cobalt blue, è uno dei migliori pezzi mai scritti dal duo. Si potrebbe definire un ibrido spleen-prog dai toni trasognati, con vortici di mellotron ad avvolgere una melodia contrastante di quelle memorabili. Ma il bello è che si prosegue senza quasi punti bassi, fra convincenti trademark classici (Deadman's hand, Pangaea, Happenstance, Sunken Sun, ovvero la capacità dell'artigianato pop-rock assistita da una produzione per così dire vintage), soffuse arie tastierate (On angel street), scorie wave che sembrano essere rimaste nel cassetto dal 1985 (quindi delle migliori, come Anchorage).
Così come si è partiti memorabilmente, anche il finale non è da meno. Lunar è melodia notturna che si districa in un finale magniloquente e panoramico. Operetta è niente meno che una suite di 13 minuti, come potrebbe suggerire il titolo, un altro capolavoro melodico che quando finisce ci si è portati a chiedere; perchè i Church non sono diventati una band famosissima in tutto il mondo come gli U2 o i Rem?
Anche perchè l'opening track, Cobalt blue, è uno dei migliori pezzi mai scritti dal duo. Si potrebbe definire un ibrido spleen-prog dai toni trasognati, con vortici di mellotron ad avvolgere una melodia contrastante di quelle memorabili. Ma il bello è che si prosegue senza quasi punti bassi, fra convincenti trademark classici (Deadman's hand, Pangaea, Happenstance, Sunken Sun, ovvero la capacità dell'artigianato pop-rock assistita da una produzione per così dire vintage), soffuse arie tastierate (On angel street), scorie wave che sembrano essere rimaste nel cassetto dal 1985 (quindi delle migliori, come Anchorage).
Così come si è partiti memorabilmente, anche il finale non è da meno. Lunar è melodia notturna che si districa in un finale magniloquente e panoramico. Operetta è niente meno che una suite di 13 minuti, come potrebbe suggerire il titolo, un altro capolavoro melodico che quando finisce ci si è portati a chiedere; perchè i Church non sono diventati una band famosissima in tutto il mondo come gli U2 o i Rem?
(originalmente pubblicato il 20/10/09)
Non conoscevo questo album, grazie.
RispondiEliminaAltro gruppo da conoscere, io ho iniziato anni fa in vinile con Starfish.
Bè, beccati assolutamente Magician (il link è sopra), secondo me è il loro più bello in assoluto.
RispondiEliminaWhat is the password please?fuckdmca is not working
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