venerdì 18 giugno 2010

Tenhi - Maaet (2006)

Una delle mie scoperte più clamorose dell'ultimo anno sono stati questi finlandesi, autentico amore a prima vista. Meglio tardi che mai: attivi da 10 anni e passa, sono una di quelle rivelazioni che come me ne accorgo, corro trafelato ad ascoltarmi tutta la discografia.
Maaet è il loro lavoro migliore; giunti a maturazione effettiva e colti da ispirazione divina, mettono a frutto un capolavoro espressivo. Eleganti, tenui come una nevicata, meditabondi e sottilmente malinconici, producono un sound profondamente nordico che non ha pressochè tempo. Ma ciò che le mie orecchie stentano a credere è l'incredibile e oggettiva bellezza delle loro gentili partiture. Il background classico si fa sentire nelle impeccabili e calme esecuzioni, il canto solenne e scuro in lingua aggiunge suspence e mistero allo struggimento. Il pezzo d'apertura Varpuspaiva è solo la prima meraviglia in elenco. Una batteria leggerissima, il piano che guida, chitarra cristallina e violino piangente, i controtempi in scarto e il lirismo è altissimo.
Musica non facilmente inquadrabile: si potrà anche dire post-folk, post-progressive oppure rock lappone. Il violino e le chitarre acustiche spadroneggiano su Salain, Vilmeisein, Kuuluut kesein. Seppur il linguaggio sia incomprensibile non si può non restare magnetizzati all'ascolto dei cori di Vahainen Vaietissa, specialmente nel break commovente di violino tremolante. La piece da camera di sarastukajva è un brivido cinematico. Nella seconda metà le strutture si fanno leggermente più piene; la tenebrosa Tuulenkato, la linea di basso sinuosa di Uuvu oravan luu, la chiusura solare di Rannalta huttu non fanno che aggiungere valore impressionistico ad un disco letteralmente mozzafiato.
Tutt'altro che freddi, insomma, questi scandinavi. Mi fanno pensare alla calma e alla contemplazione, le loro brillanti e talentuose orchestrazioni. Tutta la loro discografia è caldamente consigliata, specialmente la raccolta Folk Aestetics, Airut Ciwi e Airut amajueen. Li immagino in una baita, col camino acceso, la finestra su un lago, seduti e pazienti, intenti ad elaborare le loro magiche arie che usciranno pronte a farmi commuovere e fermare, rapito, all'ascolto.
Disarmanti.

(originalmente pubblicato il 22/11/09)

2 commenti:

  1. ...mamma mia quanto hai ragione! un album bellissimo! Grazie per avermelo fatto scoprire :)
    L'Anonimo Per Necessità :-)))

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  2. Se sei quello che intendo io, chissà che queste meraviglie sonore non ti facciano riflettere un po' :-)

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