Arrivo con colpevolissimo ritardo a conoscere questo disco (un piccolo ringraziamento a chi me l'ha indicato!), evidentemente per qualche oscuro motivo non mi erano mai arrivati alle orecchie ed è un gran bel scoprire questo trio di Sheffield che era non poco avanti con la sperimentazione.
Trafficanti di nastri speculari e suoni acidi, clangori industriali e goticismi elettronici, erano attivi in laboratorio già da diversi anni ma comprensibilmente dovettero aspettare l'avvento della new-wave (l'anno in questione ha bisogno di poche illustrazioni, peraltro) per ottenere una pubblicazione significativa, su Rough Trade. E l'iniziale Kirlian Photograph è subito disorientamento a tutti gli effetti: una linea di basso cupissima e la voce beffarda (Mallinder), i suoni stentorei e assordanti dei nastri (Watson), la chitarra corrosiva e claustrofobica (Kirk). Fourth Shot, Heaven And Hell, Photophobia, Expect nothing, proseguono sulla scia: su ritmi sintetici e lentamente strascicati, i CV elaborano rinfuse le loro litanie meccaniche con fare marziale. Quando i bpm crescono, l'effetto è persino devastante: le sirene allarmanti di Eyeless sight, il funk fratturato di On every other street, il robotico Capsules (dei Kraftwerk sotto crack).
La summa è una specie di incrocio fra Pop Group e Chrome, che già sembra abbastanza improbabile, senonchè ci si accorge che sono tutti contemporanei! Il che la dice lunga sull'assoluta valenza di questi folli, grigiastri inglesi.
Trafficanti di nastri speculari e suoni acidi, clangori industriali e goticismi elettronici, erano attivi in laboratorio già da diversi anni ma comprensibilmente dovettero aspettare l'avvento della new-wave (l'anno in questione ha bisogno di poche illustrazioni, peraltro) per ottenere una pubblicazione significativa, su Rough Trade. E l'iniziale Kirlian Photograph è subito disorientamento a tutti gli effetti: una linea di basso cupissima e la voce beffarda (Mallinder), i suoni stentorei e assordanti dei nastri (Watson), la chitarra corrosiva e claustrofobica (Kirk). Fourth Shot, Heaven And Hell, Photophobia, Expect nothing, proseguono sulla scia: su ritmi sintetici e lentamente strascicati, i CV elaborano rinfuse le loro litanie meccaniche con fare marziale. Quando i bpm crescono, l'effetto è persino devastante: le sirene allarmanti di Eyeless sight, il funk fratturato di On every other street, il robotico Capsules (dei Kraftwerk sotto crack).
La summa è una specie di incrocio fra Pop Group e Chrome, che già sembra abbastanza improbabile, senonchè ci si accorge che sono tutti contemporanei! Il che la dice lunga sull'assoluta valenza di questi folli, grigiastri inglesi.
gran disco..dopo mi son piaciuti meno,ma questo,,sarà il periodo...
RispondiEliminaIo ho il secondo in Vinile..ma questo non l' avevo mai sentito...
RispondiEliminaI Cabaret Voltaire sono per me un piacere alienante.
10 e lode per la versione 'Suicide' di "No Escape" di Sky Saxon.
Bè, quantomeno un ascolto anche del disco successivo credo che valga la pena....
RispondiEliminaSi te lo consiglio..
RispondiEliminaI haven't heard this in years. Many thanks!
RispondiElimina-Brian