mercoledì 16 giugno 2010

Colin Newman - A-Z (1980)

Non perse certo tempo, Newman. Pochi mesi dopo che gli Wire erano implosi, si prese Gotobed e Thorne e fece questo disco. Che altro non è che l'inesistente 4° album di fila degli Wire senza Lewis e Gilbert, quindi senza quelle derive rumoristiche-sperimentali che tanto avevano impreziosito il leggendario trittico. Ma occorre anche dire che le melodie più irresistibili dello stesso erano quasi sempre state farina del suo sacco, quindi gli orfani ebbero comunque di che ben nutrirsi.
Ed è un capolavoro, A-Z. I feedback laceranti di I've waited ages danno forma ad un noise-wave di gran classe. E gli arrangiamenti non sono veramente da meno, Newman e Thorne non rinunciano alle stranezze e agli impasti bizzarri; i fiati sulle sospensioni deliranti di Troisiene, l'inquietante ambient di Image, i synth palmipedi di Life on deck, i nastri chitarristici di S-s-star eyes, l'onirico lunare di Seconds to last.
E perchè non parlare degli anthem lineari in 4/4 che fanno battere il piedino, che tanto avevano fatto successo su Pink Flag e Chairs missing? Anche se lo scrittore è meno epidermico e appare una condensa strumentale più diluita. Jury, Order for order, Inventory, But no, indirette pop songs screziate, con quella voce acuta inconfondibile che passa dall'accattivante al torturato.
La ristampa comprende delle bonus trax che forniscono valore aggiunto al lotto, variando sui temi già sopradescritti. Il valzer sintetico di The classic remains, il pianismo melanconico di Alone on piano, la psichedelia-dark di This picture sono pezzi assolutamente all'altezza. Per i nostalgici, Not me e Don't bring reminders saranno due chicche irresistibili, riportando al punk anormale di Pink Flag in tutti i sensi.

(originalmente pubblicato il 25/10/09)

1 commento: