mercoledì 16 giugno 2010

Cranes - Future songs (2001)

Dopo il passo falso di un opaco Population Four, occorse un quadriennio ai fratelli Shaw per tornare alla rinascita. Non più sottilmente pop, non più goticamente romantici, i Cranes di Future songs erano un abile incrocio di tutto ciò che avevano combinato nei 10 anni di carriera precedente aggiungendo una punta di elettronica.
Ad esempio, davvero non sembrano loro nel downtempo strumentale di Everything for, un ibrido di chitarre alla Cure con synth alla Radiohead. E suonano davvero suggestivi nel languido elettro-acustico di Submarine. Fu una svolta rigenerante, la scelta di Jim di inserire ritmi sintetici sui tratti orchestralmente malinconici delle classiche melodie di Alison.
Sui freddi sinfonismi scansionati di Flute song, sugli spezzati drum & bass di Don't wake me up e sull'arioso panoramico di Fragile, si staglia e materializza l'ombra di una meteora che qualche anno prima aveva scosso l'elettronica in forma canzone, ovvero gli Sneaker Pimps epoca Kelly.
Non mancano però i classicissimi trademark del duo, un po' Forever e un po' Loved. Quelle ballad sofisticate e malinconiche con i bordoni di archi e il gemito delicatissimo di Alison. Future song, Sunrise (quasi i Blonde Redhead alla moviola), Driving to the sun, Even when e The maker, ognuna di esse esplora ogni campo d'azione preferito dallo zoccolo duro dei fans, che di certo gioirono al recupero di grande ispirazione dei fratelli in questa sede.

(originalmente pubblicato il 27/10/09)

Nessun commento:

Posta un commento