Ma tanto, una volta miracolosamente recuperato lo scritto con la cronologia del browser, sospiro di sollievo e mi rilasso pensando sempre alla stessa cosa: devono fallire tutti :-)
***********************************************
Anche alla luce della leadership di disco più clicclato conquistata a larghe spallate (con Incesticide) fra chi passa da queste parti, suppongo che il loro cult sia tutt'altro che morto, anzi.
E come dare torto a chi ancora li ama? Io sono uno di quelli, e questo live antologico è una rarissima combinazione fra sfruttamento discografico e documento essenziale, compendio meritocratico al quinquennio bruciante di vita del trio. 17 pezzi che ripercorrono equamente un po' tutto il repertorio, che pendono dal lato più violento e viscerale del sound, e con le solite grandi prestazioni di Cobain. Occorre rendere giustizia anche agli altri due, questo è ovvio, in particolare ad un Grohl davvero scatenato. Ma il biondo era veramente un performer eccezionale, con quello stile vocale unico e inimitabile e le sue songs immortali.
Fra le chicche principali: la primitiva Spank Thru, definito il primo pezzo in assoluto dei Nirvana, ripescata in un live a Roma nel 1991, irresistibile. La migliore versione possibile di Polly, del 1989, è un pop-core che non ha nulla a che vedere con la moscia originale, e con un impennata vocale di Cobain da pelle d'oca. Le dissonanze chitarristiche (insieme a Smear) di Milk it, la sfuriata di Tourette's, il terremoto di Negative creep. Ma sono solo preferenze minime, chè raramente i Nirvana sbagliavano un pezzo e ciò è ovviamente riportato anche su questo live, con il plusvalore di una umanità disperata che si sbatteva sul palco.
Nessun commento:
Posta un commento