A dimostrazione del fatto che non occorre creare qualcosa di necessariamente nuovo per attirare clamore e curiosità, il puro vintagismo degli ODP ha ottenuto un giusto riscontro a livello nazionale.
Le due menti musicali elaborano paesaggi elettro-wave fatti di drum machines antidiluviane, tastierine Casio, melodiche e synth, nonchè qualche bell'impasto di chitarre. Al centro, l'uomo antipalco, l'anticantante-frontman per eccellenza, il romanziere nostalgico che snocciola colonnine di cronache padane con sottile ironia, che inventa piccoli tormentoni con fare ineffabile, che regala eloquenti perle di quotidianità spicciola e proprio per questo superiori a qualsiasi fiction.
Tutto funzionale e complementare, tutto ad incastro. Gli irresistibili raccontini di Collini sono spesso ambientati in anni '80 ancora non inquinati da televisione nè da drammatiche (e apparentemente indolori) rivoluzioni sociali, e le musiche pure. Ma c'è da dire che senza i primi, le seconde probabilmente resterebbero un gradevole sottofondo e non molto di più.
Ritengo giusto pertanto citare il podio delle soundtracks più azzeccate, come il travolgente funk bianco-sporco di Robespierre, la rude baldanza di Enver, e la splendida melanconia di Defonseca.
Perchè le cronache del geometra vanno ascoltate ed interpretate sul campo.
(originalmente pubblicato il 14/01/2010)
Le due menti musicali elaborano paesaggi elettro-wave fatti di drum machines antidiluviane, tastierine Casio, melodiche e synth, nonchè qualche bell'impasto di chitarre. Al centro, l'uomo antipalco, l'anticantante-frontman per eccellenza, il romanziere nostalgico che snocciola colonnine di cronache padane con sottile ironia, che inventa piccoli tormentoni con fare ineffabile, che regala eloquenti perle di quotidianità spicciola e proprio per questo superiori a qualsiasi fiction.
Tutto funzionale e complementare, tutto ad incastro. Gli irresistibili raccontini di Collini sono spesso ambientati in anni '80 ancora non inquinati da televisione nè da drammatiche (e apparentemente indolori) rivoluzioni sociali, e le musiche pure. Ma c'è da dire che senza i primi, le seconde probabilmente resterebbero un gradevole sottofondo e non molto di più.
Ritengo giusto pertanto citare il podio delle soundtracks più azzeccate, come il travolgente funk bianco-sporco di Robespierre, la rude baldanza di Enver, e la splendida melanconia di Defonseca.
Perchè le cronache del geometra vanno ascoltate ed interpretate sul campo.
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