Fra la mucchia immane di hardcore-trash-power-electronics e concretismi fetish/corporali, Jamanouchi ha sempre avuto lo schizzo di fare qualcosa di alternativamente diverso, come già descritto a proposito dell'inquietante Endless humiliation, o pensando all'elettronica minimale di None Friendly. Invece questo fu uno dei primi e viene proprio da pensare a cosa girasse nella testa di questo pazzo, nel voler fare il suo disco pop.
Perchè di tale si tratta, sottilmente travestito di new-wave con chitarre jingle-jangle, di ordinaria fattura, certo non epocale ma che attira sempre curiosità nel caso del nipponico. Water business è un ingannevole sigla punkcore urlata e con coda di feedback, preludio alla prima parte della title-track, di cui si trovano ben 5 versioni. E' uno strumentale etereo e soffuso, che curiosamente si avvicina parecchio ai contemporanei Fall di I am kurious oranj. Più interessante la 2° parte, un dolente e sommesso surf suonato in punta di dita. Bellissima invece la 3°, in cui il clima si fa più acceso con delle progressioni piano-forte davvero suggestive. La 4° e la 5° riprendono il tema inziale prima in chiave riverberata e poi lo-fi.
Poi si gioca a fare i Guns and Roses in Ensan in natt, con il surf-punk di Change matter, poi ancora hardcore con Japanese title #1. E sorprese grosse con Japanese Title #2, un incredibile arpeggio di chitarra dal sapore ancestrale che anticipa certe cose dei Supreme Dicks!
Tutto questo, condito dalle urla belluine di Jamanouchi, non troppo invadenti anzi ben dosate.
Tutto questo senza comunque rinunciare allo spaziettino dedicato alla masturbazione telefonica (B-men no saisho no kyoko) o al concretismo industrial spaccatutto di Symphony for the age destruction.
Onestamente parlando, dev'esserci stato un gruppo o un songwriter dietro il leader, che tutto è fuori che musicista, allo stesso modo in cui un chitarrista e un batterista lo hanno assistito nelle pagine più famose della sua storia power-harsh come Tokyo Anal Dynamite. Quindi eleggo Sexual behaviour come unico suo disco consigliato ai deboli di orecchie.
Perchè di tale si tratta, sottilmente travestito di new-wave con chitarre jingle-jangle, di ordinaria fattura, certo non epocale ma che attira sempre curiosità nel caso del nipponico. Water business è un ingannevole sigla punkcore urlata e con coda di feedback, preludio alla prima parte della title-track, di cui si trovano ben 5 versioni. E' uno strumentale etereo e soffuso, che curiosamente si avvicina parecchio ai contemporanei Fall di I am kurious oranj. Più interessante la 2° parte, un dolente e sommesso surf suonato in punta di dita. Bellissima invece la 3°, in cui il clima si fa più acceso con delle progressioni piano-forte davvero suggestive. La 4° e la 5° riprendono il tema inziale prima in chiave riverberata e poi lo-fi.
Poi si gioca a fare i Guns and Roses in Ensan in natt, con il surf-punk di Change matter, poi ancora hardcore con Japanese title #1. E sorprese grosse con Japanese Title #2, un incredibile arpeggio di chitarra dal sapore ancestrale che anticipa certe cose dei Supreme Dicks!
Tutto questo, condito dalle urla belluine di Jamanouchi, non troppo invadenti anzi ben dosate.
Tutto questo senza comunque rinunciare allo spaziettino dedicato alla masturbazione telefonica (B-men no saisho no kyoko) o al concretismo industrial spaccatutto di Symphony for the age destruction.
Onestamente parlando, dev'esserci stato un gruppo o un songwriter dietro il leader, che tutto è fuori che musicista, allo stesso modo in cui un chitarrista e un batterista lo hanno assistito nelle pagine più famose della sua storia power-harsh come Tokyo Anal Dynamite. Quindi eleggo Sexual behaviour come unico suo disco consigliato ai deboli di orecchie.
(originalmente pubblicato il 21/12/2009)
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