lunedì 21 giugno 2010

Elegi - Sistereis (2007)

Un immaginario tipicamente macabro, è quello suggerito dal myspace del norvegese Jansen, che si paragona ad una symphony of horror. In realtà ciò che si evince dall'ascolto ripetuto di Sistereis è che l'intenzione non è esclusivamente quella di incutere timore. Sembrerebbe un concept sui relitti marini, sulle immersioni, insomma c'è un idea di cupezza subacquea ma in realtà gli umori che personalmente percepisco sono molto più complessi e dilatati.
Dark-ambient da camera, lo definirei, con massicce dosi di concretismo sonoro che graffiano la base già ben poco melodica. Privo di ritmo, l'Elegi-sound si regge su frasi profondissime di piano o di synth, dando vita a 10 quadri astratti ben divisi e definiti in cui gli stati sono seriosi, puramente contemplativi, scuramente minacciosi quando non esplicitamente allucinatori.
Un disco stupendo, che cattura l'attenzione nonostante l'apparente osticità; il bordone nuvoloso di Despotiets vesen, i trip-drones di Fyrtarnet pt.1+2+3 e Skumring, il desolante e mesto sinfonismo di Dauingene, i gonfiori malati di corni e fagotti in Time lapse e Sistereis, i rintocchi vibranti di Interbellum, l'opera di Jansen risplende di una luce propria focalizzata con grande ispirazione e sapiente distribuzione di correnti umorali.
Scandinavo, ma freddo secco. Buio marino, ma con la luce che filtra da sopra.

(originalmente pubblicato il 27/11/09)

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