Sigla leggendaria della sperimentazione europea, al tempo del debutto NWW era un trio improvvisato che Stapleton allestì in tutta fretta di fronte all'opportunità presentatagli di poter registrare un disco. Due amici, una dose infinita di follia collagistica, il tecnico dello studio auto-impostosi alla chitarra psycho-blues ed il gioco era fatto per un solco apripista nell'industrial del decennio successivo.
Che poi l'etichetta in sè è più una comodità, giacchè Stapleton si è sempre distinto per una personalità fortissima. In questa sede, per dare un idea, si potrebbe pensare ad una destrutturazione totale dei Faust e si è ancora lontani anni luce nella descrizione
Un inferno di chitarre impazzite e dissonanti apre Two mock projections: al terzo minuto sembra arrivare un momento di quiete, condotto da un inquietante motivo di synth violoncellistico. Poi il ritorno delle selve metalliche, delle schegge impazzite di Fothergill.
Ancor più frenetico l'inizio di The six buttons of sex appeal, con l'aggiunta di una ritmica sorda ed infame sul sottofondo, con queste chitarre letteralmente maltrattate, tirate per il ponte e asservite alla disarticolazione più totale. Tutto sublima quando compare un lungo, demente e terrorizzato gemito maschile. E termina con una parvenza di psichedelia da centro di igiene mentale.
Il lato B era occupato da Blank capsules of emroidered celloph, sicuramente il pezzo (?) migliore. I rumorismi concreti entrano in scena, l'atmosfera è meno incasinata e compaiono accordi inquietanti di pianoforte riverberato. Entrano, nell'ordine, un recitato femminile in francese, slabbrature di contrabbasso, un flauto schizofrenico. In un orgia di synth sballati e chitarre abbandonate a sè stesse il collage si auto-stratifica fino al termine fisico dovuto ai limiti del vinile, chè potrebbe non aver mai fine.
Se il punk aveva insegnato che non serviva essere maestri per suonare, questo disco insegnò che la creatività non ne aveva proprio nulla a che fare, e non a caso era dedicato all'illustre rumorista Russolo.
Che poi l'etichetta in sè è più una comodità, giacchè Stapleton si è sempre distinto per una personalità fortissima. In questa sede, per dare un idea, si potrebbe pensare ad una destrutturazione totale dei Faust e si è ancora lontani anni luce nella descrizione
Un inferno di chitarre impazzite e dissonanti apre Two mock projections: al terzo minuto sembra arrivare un momento di quiete, condotto da un inquietante motivo di synth violoncellistico. Poi il ritorno delle selve metalliche, delle schegge impazzite di Fothergill.
Ancor più frenetico l'inizio di The six buttons of sex appeal, con l'aggiunta di una ritmica sorda ed infame sul sottofondo, con queste chitarre letteralmente maltrattate, tirate per il ponte e asservite alla disarticolazione più totale. Tutto sublima quando compare un lungo, demente e terrorizzato gemito maschile. E termina con una parvenza di psichedelia da centro di igiene mentale.
Il lato B era occupato da Blank capsules of emroidered celloph, sicuramente il pezzo (?) migliore. I rumorismi concreti entrano in scena, l'atmosfera è meno incasinata e compaiono accordi inquietanti di pianoforte riverberato. Entrano, nell'ordine, un recitato femminile in francese, slabbrature di contrabbasso, un flauto schizofrenico. In un orgia di synth sballati e chitarre abbandonate a sè stesse il collage si auto-stratifica fino al termine fisico dovuto ai limiti del vinile, chè potrebbe non aver mai fine.
Se il punk aveva insegnato che non serviva essere maestri per suonare, questo disco insegnò che la creatività non ne aveva proprio nulla a che fare, e non a caso era dedicato all'illustre rumorista Russolo.
(originalmente pubblicato il 13/01/2010)
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