venerdì 23 aprile 2010

Lucio Battisti - Inediti, rarità e scritti per altri (90 mb)

Sono sicuro, non c'è proprio nulla che io possa dire sul MASSIMO genio melodico italiano di tutti i tempi che non sia già stato detto, sviscerato, analizzato col microscopio in libri, memoriali ed interviste ai suoi contemporanei.
Però alcune considerazioni le voglio fare lo stesso. Mi è capitato di leggere qualche sito internazionale che parlava di lui in termini assolutamente entusiastici, così penso che fra i pochi motivi di orgoglio nazionale storico che l'Italia possa avere, beh, il maestro è fra questi.
La mia passione per il compianto nacque intorno a 20 anni fa. quando venivo rapito tramite la radio sia da melodie antiche che di quel periodo. In Radio Rai c'erano conduttori molto appassionati (se non ricordo male erano De Gennaro e Iannuccilli) che fondarono addirittura un Fan Club, facevano una rubrica settimanale con cui un ascoltatore sceglieva 3 brani e li commentava, più la mirabolante iniziativa dell'Opera Omnia, con cui per diversi mesi facevano ascoltare al ritmo di un brano al giorno l'intero catalogo del nostro idolo.
Dopo diversi anni di ascolti e riascolti, la mia passione non è calata per nulla. Ci sono stati i soliti cofanetti parassiti che ogni tanto rispolverano qualcosa dagli scaffali tanto per spillare soldi, ma oggi c'è anche la rete che favorisce la diffusione. Così sono andato letteralmente a funghi, a cercare minuziosamente basandomi sui siti specializzati che menzionano anche la più oscura delle testimonianze.
Ovviamente non posso dire che questa sia una raccolta esaustiva, sono circa 30 pezzi spuntati fuori da chissà dove e chi....Fra vecchi acetati e registrazioni di prova lasciate lì a decantare e poi ritrovate da qualche custode, resta la testimonianza, soprattutto dei primi anni di carriera, di un team compositivo con Mogol che sfornava pezzi praticamente ogni giorno.
Ecco perchè si potevano permettere di regalarne così tanti a colleghi e gruppi amici. Ad esempio, Vendo casa fu donata ai Dik Dik, ma la loro piatta e slavata versione impallidisce al confronto, ascoltando l'esecuzione nuda e cruda voce/acustica che meritatamente è stata pubblicata qualche anno fa su un cofanetto.
Stesso discorso per La farfalla impazzita, La folle corsa e Le formiche.
Il talento stava anche nell'interpretazione, nell'enfasi e nella determinazione.
Proseguendo negli anni non si ritrova quasi più nulla, ma le poche perle impressionano: una versione ultra - lisergica di Il nostro caro angelo sorpassa a destra quella originalmente pubblicata. E degli anni con Panella tornano a galla due splendori come Il gabbianone e La pace, misteriosamente escluse dai dischi cult di fine anni '80.
N.B. Ovviamente la qualità sonora media è piuttosto povera.
Basta la sostanza.

(originalmente pubblicato il 03/04/08)

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