venerdì 30 aprile 2010

Alan Sorrenti - Aria (1972)

Si sa, gli anni d'oro erano golden per quasi tutti. Persino per il napoletano che per me era quello tristemente famoso ma poi, anni fa, scoprii essere stato un avventurosissimo menestrello quando nella soffitta di qualcuno vidi il vinile crepuscolare ed impolverato con tanto di copertina hippy di Aria. Messa la puntina, venivo invaso da una selva di suoni ancestrali, spirali folk-lisergiche e voci che si inseguono al di sotto di quella (notevolissima) solista. La title-track è una suite di 20 minuti in cui Sorrenti, affiancato da un quartetto comprendente il famoso violinista Ponty, esplora reconditi angoli della psichedelia progressiva con fare mistico e sensuale.
Sul lato B una canonica eppure suggestivissima folk-song Vorrei incontrarti ristabilisce un breve contatto con la terra ferma. Ma già con La mia mente riprende il volo pindarico (dev'essere stata una ottima fonte d'ispirazione per Juri Camisasca) verso costellazioni psicotiche, concludendo con Un fiume tranquillo, elaborazione in prog(resso) con folate di trombe e moog ed un finale cosmico-horror alla Buckley di Starsailor.
Ovviamente la voce di Sorrenti la fa da padrone su tutto, ma anche gli arrangiamenti sono molto belli, cosa logica, come dicevo in introduzione, per il 1972.

(originalmente pubblicato il 27/08/08)

1 commento:

  1. Ah..Grande disco. Bellissima "Un Fiume Tranquillo"...Peccato la massa se lo ricordi solo per le menate trash venute dopo...

    RispondiElimina