mercoledì 28 aprile 2010

Scorn - Colossus (1993)

La colonna sonora dell'apocalisse potrebbe essere partita proprio dagli Scorn, un progetto che nacque dalla sezione ritmica dei Napalm Death e che fu protagonista di una metamorfosi a dir poco sorprendente, considerando l'elevato grado di integralismo e conservazione che è tipico del death-grind. Eppure Harris e Bullen uscirono indifferenti dalla setta satanica, fecero quadrato attorno al dub glaciale dei Pil, all'industrial, alla dark-ambient, un po' di elettronica e così via. Colossus fu il secondo parto di queste menti fosche, e inizia con un dub ossessivo come Endless, costruito attorno a delays insistiti, flanger rumoristici, pattern di batteria monocromatici e linee di basso iper-profonde. La pesantezza sarà il comune denominatore con altri pezzi su questa linea, Crimson seed, Blackout, Beyond, Night ash black sono circoli minimali che scavano nel subconscio. Le chitarre sono quasi sempre relegate in seconda linea, le voci deformate o campionate, ovviamente è la sezione ritmica a dominare. Nothing hunger e White irises blind mostrano un lato appena più accessibile, ripristinando una linea diretta con la wave più dubbata, ovviamente. Incubi spettrali di dark ambient come The sky is loaded, Little Angel, o la tempesta di Sunstroke sono intermezzi per impaurire più che per spezzare i ritmi.
L'idea degli Scorn è quella di mettere a punto un suono, più che raccolte omogenee. E' chiaro che l'ascolto non è dei più facili, ma gli amanti del dub più oscuro l'avranno apprezzato. Soprattutto il pezzo in cui gli equilibri si reggono in maniera miracolosa, Scorpionic, un avvincente strumentale condito da buone dosi di psichedelia e con un grande basso, degno di Jah Wobble.

(originalmente pubblicato il 04/08/08)

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