martedì 27 aprile 2010

Cynthia Dall - Untitled (1996)

Di questo disco ricordo una stroncatura impietosa di poche righe di Stefano Isidoro Bianchi su un Blow Up (quando ancora non era in edicola). In un periodo in cui Smog per me era un'ascolto molto importante, la collaborazione reciproca con Callahan poteva essere un motivo in più per comprare un disco, ma non riuscii mai a trovarlo da nessuna parte all'epoca.
Soltanto poco tempo fa sono riuscito ad ascoltare questo debutto della Dall, uscito nel 96 su Drag City. Se il primo ascolto non mi aveva convinto per niente, al secondo traggo le mie conclusioni.
Lo stile della Dall, per altro in possesso di una voce suadente e molto femminile, era un songwriting imperniato su piano minimalissimo e chitarra distorta, con pochissime ritmiche. Quasi una Smog al femminile, con un senso di angoscia latente che si manifesta dall'iniziale, tesa, Christmas California. Berlin 1945 è una ballata pianistica immobile e tetra, che alla fine per me rappresenta il vertice del disco nel suo oscuro fascino.
Dal terzo pezzo in poi, ahimè, arrivano i dolori. Sicuramente potrà piacere a chi amava il primissimo Smog, ma io ci trovo poco di buono in quegli abbozzi disordinati e noiosi che riempiono la scaletta. Sembra che la Dall abbia registrato o composto in fretta i pezzi senza avere le idee chiare su come dare un'identità precisa al proprio stile.
A terminare il disco, una drammatica folk song in russo per piano e voce dall'impatto struggente. Ma, non a caso, era una cover.
Almeno evitai di comprare un cd che non mi sarebbe piaciuto. Bocciata.

(originalmente pubblicato il 21/06/08)

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