Breve l'esistenza del Biglietto, come tanti gruppi italiani dell'epoca prog. Il fallimento della casa discografica e il tramonto imminente della scena generale evitò loro di pubblicare il 2° disco, nonostante l'interesse di Schulze. Destino amaro per il sestetto di Lecco che al debutto si presentava molto forte delle proprie capacità tecniche e di arrangiamento, con un disco che alternava frasi neo-classiche a puntate di grande potenza ed effetto. Gli elementi più in evidenza erano senz'altro il cantante/flautista Claudio Canali, istrione autore di testi che parlavano prevalentemente di morti, furti, suicidi, ipocrisie e senso di perdita, il batterista Gnecchi, un jazzista tornitruante al servizio delle songs ed il tastierista Banfi, disegnatore di paesaggi angosciosi. Il chitarrista Mainetti cerca di ritagliarsi spazio con la sua SG marcando i passaggi più concitati.
Il nodo centrale del disco è senz'altro Confessione, uno dei pezzi migliori del progressive italiano di sempre, dalla potenza sfrenata. Altrove regna un senso sepolcrale alternato a brevi esplosioni, con qualche squarcio di jazz e musica popolare che fanno gran bella figura.
(originalmente pubblicato il 07/06/08)
Il nodo centrale del disco è senz'altro Confessione, uno dei pezzi migliori del progressive italiano di sempre, dalla potenza sfrenata. Altrove regna un senso sepolcrale alternato a brevi esplosioni, con qualche squarcio di jazz e musica popolare che fanno gran bella figura.
(originalmente pubblicato il 07/06/08)
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