mercoledì 28 aprile 2010

Helios Creed - Boxing the clown (1990)

Cosa dire di lui, se non che si tratta di un'autentica leggenda dell'underground rock americano? Cresciuto nelle Hawaii, sbarcato a San Francisco a fare il busker, entrato nei Chrome per una strana coincidenza e divenuto uno dei chitarristi più folli e creativi degli ultimi 30 anni?
Dopo un lustro di grandi stagioni con Edge, la separazione ed una carriera solista che procede indefessa ai giorni nostri. Ho letto di recente un'appassionata intervista da parte di un fanzinaro e sono rimasto colpito dall'intensità in generale della vita di Creed, un tipo che ne ha passate e viste tante, intensamente e senza paura, fra risse con la moglie, arresti per ubriachezza, eccessi di droghe ed altro.
Boxing the clown rappresenta una tappa molto esemplificativa del suo percorso, in cui la sua chitarra fantascientifica strapiena di effetti genera segnali alieni ancorati a terra da una solidissima sezione ritmica (da notare la presenza di Ray Washam). La sua voce galleggia fra mostruose alterazioni (un classico) e qualche emissione un pelo più umana (come nel godevole boogie Go blind). Black Hole riporta alla mente le trasmissioni allucinogene di Half machine lip moves, lo sballo spaziale di Got my floatin' genera flussi di blues alterato. Ed ancora il noise ultra-complesso di Hyperventilation, l'oscura saturazione di Sister Sarah, il denso industrial di Neptune, e per chiudere il mostro marino che si dibatte lento ed imperioso, Big Clown, emettendo rantoli spaventosi.
Tempo fa Creed, quando gli venne chiesto da dove proveniva la sua musica, rispose più o meno così: Mi è venuto tutto in testa quando ero adolescente, ascoltando i Black Sabbath in cuffia a tutto volume, sotto LSD....

(originalmente pubblicato il 04/07/08)

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