Un disco ad alto tasso di sperimentazione che portò i RRM allo scioglimento, con conseguenti diramazioni successive (Califone, Loftus, Orso). Ovvero come decostruire il blues nel 1997 e immergerlo in una marea di effetti elettronici, battiti sintetici e così via. There's a star... è di difficile digeribilità e richiede molta attenzione, lo si capisce fin dall'iniziale Sulfur: le voci sono sotto la soglia dell'udito, le chitarre sfornano sporchi riffs blueseggianti, i sintetizzatori punteggiano lo sfondo, le ritmiche svogliate e metronomiche. La frizzante Chinese balls stabilisce un parallelo con i Grifters, se non altro per lo straccio di melodia che la caratterizza. In All tied però si sprofonda in un baratro sballato e senza fondo, in cui tutto è strascicato e senza capo nè coda. Paul pachal è una danza tribale, la title-track un gradevole folk-country, Bury me uno stomp sfigurato da slide taglientissime. Mecanix mixa alla rinfusa piano honky tonk, battiti sparsi e rimbombi sordi di synth. La finale Just like an egg ha rischiato seriamente di farmi saltare le casse dello stereo, dopo oltre un quarto d'ora di divagazioni infinite, col suo esplodere di feedback alla Metal Machine Music.
Per orecchie navigate, esperte ed aperte (ma non troppo!).
(originalmente pubblicato il 11/06/08)
Per orecchie navigate, esperte ed aperte (ma non troppo!).
(originalmente pubblicato il 11/06/08)
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