
Non si trattava di un album di inediti ma di una raccolta che comprendeva un EP di qualche anno prima, estratti da flexi o split più una manciata di inediti ripescati. Nel complesso il disco in effetti soffre di una certa discontinuità ma è molto interessante nell'inquadrare un songwriter che manifesta il proprio disagio esistenziale fra rock chiaroscurale e pop-folk. Lo definirei quasi una versione spleen dei Guided By Voices.
Molto riusciti i pezzi più aggressivi come Like a Vise, 20 Years Deep e All my strength, in cui la grinta è chiara conseguenza di una disperazione. In Nothing special un riff circolare di rara bellezza maschera la monotonia effettiva della song. Gone gonna rise è la ballata acustica meglio riuscita del lotto, Always & forever è la sua revisione rilassata della new-wave. Babe in the woods è la migliore composizione, con quella girandola di chitarre multicolori dal sapore classicamente americano.
Altrove affiora una certa ruffianaggine che, oltre che inadeguata al personaggio, appare davvero scontata e venuta anche male. Nulla che tolga rispetto ad Edwards, comunque, che resta un cantautore minore e niente di più.
(originalmente pubblicato il 22/05/08)
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