mercoledì 28 aprile 2010

Om - Pilgrimage (2007)

Per me, una delle sensazioni più forti degli ultimi mesi. Anche se non è certo un disco che cambia o rivoluziona la storia della musica. Ma ho sempre amato il metodo di lavoro di Cisneros e Haklus fin dagli Sleep, fatto di enorme e indiscutibile onestà, coerenza stilistica e attitudine incorruttibile.
Pilgrimage, in particolare la title-track, è un ascolto che mi ha letteralmente ossessionato negli ultimi 6 mesi. Non riesco a spiegarmi il motivo, ma è qualcosa che mi è entrato dentro in maniera naturale e adoro particolarmente ascoltarlo la domenica pomeriggio, in spiaggia sotto al sole, guardando il cielo.
La storia bene o male è che gli Sleep fecero una fine molto triste, abbandonati da tutti e in preda alla depressione. Haklus mise su famiglia, Cisneros diventò maestro di scacchi e ci volle qualche anno per farsi tornare la voglia di musica. E cosa fare, se Pike ha già preso il volo con gli HOF? Bè, in maniera molto naturale la sezione ritmica riprese forma, senza nient'altro. Cisneros col suo Rickenbacker e la sua voce, Hakius con la sua Ludwig, nient'altro. Quando c'è la filosofia, c'è l'attitudine e l'integrità artistica, poco importa se gli obiettivi sono facilmente prevedibili. Questo è il 3° disco esclusi EP, e si apre con un pezzo che mi sconvolge ogni volta che lo ascolto.
Pilgrimage è, per l'appunto, un pellegrinaggio verso lo spirito interiore, una meditazione filosofica minimale. E' una Set the controls for the heart of the sun spogliata di ogni orpello o arriangiamento, denudata all'osso, un implosione silenziosa giocata su un accordo minore di basso e sui tom. Il canto è un soffio intimista, l'atmosfera è da contemplazione delle montagne del Tibet. Dieci minuti di immersione in un'altra dimensione, dopodichè Unitive knowledge of the godhead riporta alla terraferma. Un riberbero di fuzz in lontananza per un minuto, poi la deflagrazione, con una partenza devastante come solo loro due sanno fare. Il piatto del ride che suona come una campana, il fuzz ruvidissimo, un'altro esercizio minimale che fa piazza pulita di qualsiasi stereotipo, quasi a riappropiarsi di uno stile che hanno contribuito a reinventare nei primi anni '90. Bhima's theme riporta alla memoria le pagine di Dopesmoker, grazie alla struttura ed anche al primo vero cambio di accordo in corsa. Sei minuti di lenta combustione, e poi un'altra fase mistica, il solo di Cisneros da brividi; me lo immagino incappucciato, nella cella di un convento, a salmodiare brevi frasi monocromatiche, ad elaborare lente variazioni mistiche su un accordo di basso. La ripartenza brutale è ancora più brutale di prima, e andando a sfumare ricompare a sigillo di chiusura la ripresa di Pilgrimage, altri 4 minuti di meditazione trasendentale, quasi la chiusura di un circolo.
Penso che a questo punto, gli Om o li si ama o li si odia. E' tutto un fattore di attitudine con cui si ascoltano. Nel frattempo, pare che Hakius abbia abbandonato e sia stato sostituito. Spero che Cisneros non ne risenta e continui a regalare perle minimali per la depurazione delle tossine spirituali, fra una lezione di scacchi e un concerto a Gerusalemme.

(originalmente pubblicato il 19/07/08)

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