Summer in the Southeast è stata una boccata d'aria fresca nel panorama asfittico degli ultimi 5 anni del principino. Evidentemente ripagato da una crescente attenzione nei suoi confronti, continua a far uscire una media di 3 dischi all'anno, non sempre entusiasmanti. Il suo status di cantautore ormai classico però ne esce assolutamente rinforzato in questo live ispiratissimo e totalmente coinvolgente, dal primo all'ultimo pezzo. Andando a pescare in tutto il suo repertorio, appoggiato presumibilmente da un quartetto, Oldham dà vita ad un live infuocato ed elegante al tempo stesso, in cui grinta e classe viaggiano di pari passo. Stupiscono in primis due riletture d'epoca come Pushkin e A sucker's evening, che animate da ricchi arrangiamenti acquistano nuove e raggianti sembianze. Fra la moltitudine dei 17 pezzi tutto l'universo Oldhamiano viene percorso, sviscerato, animato e sezionato senza alcun pudore. L'abrasiva Master and everyone, la passionale Blokbuster, la lunare Wolf amongst wolves, la frenetica May always be, l'elegiaca I see a darkness, l'esplosiva O let it be, l'intimista Beast for three, la neil-younghiana Death to everyone, potrei elencarle tutte ma mi fermo qui.
Per farla breve, il miglior greatest-hits che potesse fare.
(originalmente pubblicato il 31/08/08)
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