Uscito da un umile gregariato a Pierce e Kember negli Spacemen 3, Pete Bain provò a ritagliarsi un proprio spazio nella scena shoegaze, e penso che con un po' di fortuna avrebbe anche potuto guadagnare quel quarto d'ora di celebrità che ciclicamente la british press sorteggia a casaccio.
Già, perchè la componente pop non era per nulla secondaria in questo variopinto quanto retrogrado psycho-blues che pesca a piene mani dai suoni classici dei tardi sixties. Al contrario degli S3, in cui l'enfasi era più sull'atmosfera e sulle tessiture organiche. Neppure le songs erano male in questo secondo parto denominato Melomania; l'energica Tornado, l'eterea This mystic morning, la frizzantissima Someday (un autentico hit mancato!), la seriosa Are you for real, la splendida e malsana 24 Hours.
Tutto suona elegante e pulito, nello stile del miglior pop inglese; l'organo che punteggia, le ariose melodie chitarristiche, un songwriting vivace ed ispirato. Peccato che, in tutto questo, la stecca più evidente sia la voce di Bain, veramente inadatto ed inadeguato al canto.
(originalmente pubblicato il 25/06/08)
Già, perchè la componente pop non era per nulla secondaria in questo variopinto quanto retrogrado psycho-blues che pesca a piene mani dai suoni classici dei tardi sixties. Al contrario degli S3, in cui l'enfasi era più sull'atmosfera e sulle tessiture organiche. Neppure le songs erano male in questo secondo parto denominato Melomania; l'energica Tornado, l'eterea This mystic morning, la frizzantissima Someday (un autentico hit mancato!), la seriosa Are you for real, la splendida e malsana 24 Hours.
Tutto suona elegante e pulito, nello stile del miglior pop inglese; l'organo che punteggia, le ariose melodie chitarristiche, un songwriting vivace ed ispirato. Peccato che, in tutto questo, la stecca più evidente sia la voce di Bain, veramente inadatto ed inadeguato al canto.
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