Il grande neozelandese Peter Jefferies (che ho scoperto tardissimo, da poco tempo, ma meglio che mai!) intorno a metà anni '90 in un trio anomalo con lui ai suoi strumenti classici (piano e batteria), la sua compagna Smith, una poetessa d'avanguardia in circolo da diversi anni con i Mecca Normal, e il chitarrista sempre neozelandese Morley, rumorista anche lui in attività da un sacco nei proibitivi Dead C. Non sono ancora riuscito a trovare il debutto di due anni prima (trovare questo è stata una faticaccia, quasi un miracolo), ma questo Ultra Drowning non era propriamente di una musicalità standard per la Matador sulla cresta dell'onda internazionale in quegli anni. Anzi, trattasi di un lavoro estremamente ostico, per non dire radicale. A parte i due/tre pezzi in cui Jefferies si siede al piano, che perlomeno hanno uno straccio di melodia, il canovaccio generale prevede la Smith ad un cantato/recitato stentoreo e schizofrenico e Morley ad un lancinante lavoro di feedback, rintronazioni dissonanti e abrasioni assortite. Mentre l'ex TKOP sembra restare un po' isolato, in disparte, con qualche percussione sparsa, interventi decisi solo nel motorik di Peacock coal.Senza alcun compromesso.
giovedì 29 aprile 2010
2 Foot Flame - Ultra Drowning (1997)
Il grande neozelandese Peter Jefferies (che ho scoperto tardissimo, da poco tempo, ma meglio che mai!) intorno a metà anni '90 in un trio anomalo con lui ai suoi strumenti classici (piano e batteria), la sua compagna Smith, una poetessa d'avanguardia in circolo da diversi anni con i Mecca Normal, e il chitarrista sempre neozelandese Morley, rumorista anche lui in attività da un sacco nei proibitivi Dead C. Non sono ancora riuscito a trovare il debutto di due anni prima (trovare questo è stata una faticaccia, quasi un miracolo), ma questo Ultra Drowning non era propriamente di una musicalità standard per la Matador sulla cresta dell'onda internazionale in quegli anni. Anzi, trattasi di un lavoro estremamente ostico, per non dire radicale. A parte i due/tre pezzi in cui Jefferies si siede al piano, che perlomeno hanno uno straccio di melodia, il canovaccio generale prevede la Smith ad un cantato/recitato stentoreo e schizofrenico e Morley ad un lancinante lavoro di feedback, rintronazioni dissonanti e abrasioni assortite. Mentre l'ex TKOP sembra restare un po' isolato, in disparte, con qualche percussione sparsa, interventi decisi solo nel motorik di Peacock coal.Senza alcun compromesso.
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In qualche raro caso, ai miracoli bisogna credere.
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