Il growl di Turner apre So did we, insieme al muro fragoroso delle chitarre. Un inizio molto emotivo che successivamente cede il passo ad arpeggi limpidi scanditi su una ritmica medio-lenta, di grandissima suggestione, quasi una risposta metallica agli Explosions in the sky, mica un gruppo qualunque (eh, non sono x niente neutrale su di loro...).
Nelle fitte nebbie di In fiction è possibile udire reminescenze quasi inaspettate per loro; il basso riverberato sui toni alti, gli accordi dolenti, la batteria dimessa, tutto questo rimanda ad una pagina fondamentale del post-wave, cioè Disintegration dei Cure.
La memorabile progressione di Syndic calls è un metal-ambient epico fino all'implosione. Un elemento costante nell'Isis-sound è il continuo alternarsi fra vuoti e pieni, fra deflagrazioni e levitazioni, fra i growls e il cantato pulito (anche se le parti vocali sono le meno importanti).
Altered course è un altro capolavoro di questa fotosintesi, con una seconda parte assolutamente sepolcrale, come se i 5 losangelini stessero cercando di musicare il day after fra le macerie di un disastro naturale.
Chiamarla metal è tutt'altro che ovvio, questa creatura spaventosa ed affascinante. Ma siamo d'accordo che se il metal del futuro è questo, allora non è ancora morto.
(originalmente pubblicato il 26/06/08)
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