Nonostante il titolo un po' autocompiacente, Cantare la voce non aveva proprio un granchè di melodico. Stratos è stato uno dei più grandi cantanti che siano mai apparsi in Italia, nonostante fosse greco. Prima col beat e poi con gli Area, è stato artefice di uno stile vocale spericolato e virtuoso ai limiti dell'impossibile. I suoi ultimi dischi solisti prima di morire nel 1979 furono qualcosa di terribilmente avanti, specialmente per l'Italia che a malapena supportava il jazz-rock dadaista degli Area (tralasciando completamente l'aspetto politico che era un fattore moooolto importante per gli anni, e loro erano estremamente schierati).
Stratos tende al massimo le sue corde vocali emettendo suoni di qualsiasi tipo, dai più acuti ai più gutturali, esibendosi nelle sue celebri diplofonie nonchè triplofonie, al punto che sembra davvero impensabile che tali suoni possano provenire da un umano. Investigazioni è un ohm punteggiato da rintocchi che sembrano appartenere ad un vibrafono. Quando la tonalità sale sembra un sintetizzatore impazzito, poi verso la fine sembra che attacchi il fuzz!
Passaggi inizia con quello che sembra più il verso di un bufalo o di un bisonte, che poi si trasforma in fischio acutissimo di usignolo o colibrì. Criptomelodie infantili è un rantolo agghiacciante che ripete una frase incomprensibile all'infinito; solo negli ultimi 3 minuti viene svelato l'arcano, si tratta della famosa filastrocca Ma che bel castello.... recitata al contrario!
Flautofonie ed altro è ciò che ci si può aspettare: Stratos si trasforma in piffero magico, comprensivo di vibrato, chorus e wah wah. L'intercalare ipnotico di Sirene chiude lasciando un senso di straniamento, come si può facilmente capire non è un disco di facile ascolto.
Eppure le sperimentazioni vocali conosceranno maggiore diffusione negli anni '80 (penso solo a Meredith Monk, ma anche a certi successi di Laurie Anderson). In questo senso possiamo dire che certamente Stratos era veramente avanti.......
(originalmente pubblicato il 08/07/08)
Stratos tende al massimo le sue corde vocali emettendo suoni di qualsiasi tipo, dai più acuti ai più gutturali, esibendosi nelle sue celebri diplofonie nonchè triplofonie, al punto che sembra davvero impensabile che tali suoni possano provenire da un umano. Investigazioni è un ohm punteggiato da rintocchi che sembrano appartenere ad un vibrafono. Quando la tonalità sale sembra un sintetizzatore impazzito, poi verso la fine sembra che attacchi il fuzz!
Passaggi inizia con quello che sembra più il verso di un bufalo o di un bisonte, che poi si trasforma in fischio acutissimo di usignolo o colibrì. Criptomelodie infantili è un rantolo agghiacciante che ripete una frase incomprensibile all'infinito; solo negli ultimi 3 minuti viene svelato l'arcano, si tratta della famosa filastrocca Ma che bel castello.... recitata al contrario!
Flautofonie ed altro è ciò che ci si può aspettare: Stratos si trasforma in piffero magico, comprensivo di vibrato, chorus e wah wah. L'intercalare ipnotico di Sirene chiude lasciando un senso di straniamento, come si può facilmente capire non è un disco di facile ascolto.
Eppure le sperimentazioni vocali conosceranno maggiore diffusione negli anni '80 (penso solo a Meredith Monk, ma anche a certi successi di Laurie Anderson). In questo senso possiamo dire che certamente Stratos era veramente avanti.......
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