La miglior raccolta che possa esser stata fatta sui PF, in mezzo a tanti greatest hits utili solo a far cassa (per modo di dire, visto il successo non proprio planetario) è questa semplice stampa Strange Fruit che raccoglie le session per la Radio One inglese nell'arco del decennio di principale attività prima dello scioglimento. Una ventina di pezzi ben assortiti seppur la disomogeneità sia evidente, un compendio esaltante su quanto di meglio Butler & Co. abbiano creato, registrati live in studio con una resa sonora pressochè perfetta. La progressione è chiara e precisa: il glam-punk dell'inizio con le trascinanti Fall, We love you, Soap commercial, primo segno di talento espressivo al cospetto di una tecnica tipicamente wave. Poi le riflessioni dark tinte di rosa di Imitation of christ, Sister Europe, l'ipnotica Mac the knife, scritta come colonna sonora teatrale. Si entra poi nella fase migliore del gruppo, quella di Talk Talk Talk: Into you like a train aggira a piedi pari gli estetismi di studio e travolge tutto ciò che incontra sulle rotaie. La voce pastosa di Richard, le chitarre a spirale di Ashton e Morris, la sezione ritmica martellante di Tim Butler e Ely e il sax di Kilburn a guarnire nei momenti giusti, il sestetto stava per perdere i pezzi ma suonava ancora alla grande. On and on again raffresca con il suo pop irresistibile.
Dal 1982 in poi edulcoravano il suono girando verso un pop comunque buono, mai scontato. Persino in queste sessions riuscivano a suonare convincenti, in She is mine, Dumb waiters, All of this and nothing. L'ultima session è del 1990, alle ultime fasi prima dello split: l'acida Entertain me, lo spleen memorabile di Book of days, la ballad Torch e la resa acustica di Pretty in pink mostravano una band in declino soltanto in studio, che dal vivo recuperava il piacere di suonare con naturalezza e carisma immutato.
(originalmente pubblicato il 02/09/08)
Dal 1982 in poi edulcoravano il suono girando verso un pop comunque buono, mai scontato. Persino in queste sessions riuscivano a suonare convincenti, in She is mine, Dumb waiters, All of this and nothing. L'ultima session è del 1990, alle ultime fasi prima dello split: l'acida Entertain me, lo spleen memorabile di Book of days, la ballad Torch e la resa acustica di Pretty in pink mostravano una band in declino soltanto in studio, che dal vivo recuperava il piacere di suonare con naturalezza e carisma immutato.
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