I Fuzzbot è un apertura entusiasmante in questo senso; chitarre lancinanti-rumorose alla Polvo / Sonic Youth, inciso accattivante alla Nirvana, moog giocattolo alla Pere Ubu. Ride è un altro colpo ben assestato, ovvero come prendere le influenze wave e barbarizzarle con le ritmiche rovinose del grunge e del noise anni '80. Il canto insistente e urlato di Taylor, per ora ancora naturale e non filtrato, aveva l'appeal giusto per attirare le masse grunge di quegli anni.
Notevole anche Cultural Zero, che li avvicina alle ritmiche destrutturate dei Polvo ma con l'aggiunta di una dose di demenzialità non indifferente. Hurting me sembra quasi mutuato da Nevermind, ma credo che i Brainiac in fondo stessero ancora cercando una loro identità autonoma. E la schizofrenia latente mista ad ironia demenziale di questo SBB li poneva già oltre i meri cloni di Cobain & co. e già col successivo Bonsai superstar si sarebbero avvicinati di più ai Devo e ai Pere Ubu.
(originalmente pubblicato il 08/06/08)
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