Con il grandissimo Crappin' you negative i Grifters sono stati fra i più convincenti esponenti dell'indie-rock strascicato, surreale, permeato di blues insano e malsano. Il quartetto, come al solito quasi esclusivamente privo di basso e forte di un trio chitarristico, sfoderava con questo secondo disco una 15ina di pezzi ben articolati e di varia fattura. L'attacco compatto di Bummer viaggia su coordinate deraglianti, con le chitarre sporchissime a fare strato, la batteria sferragliante, l'incipit da blues atomico; come se i Groundhogs fossero nati a Memphis nel 1990. Le ripartenze schizofreniche di She blows blasts of static ristabilisce il confronto con il Captain Beefheart di fine anni '70. Teenage Jesus e Encruster sono tornadi rovinosi. La registrazione sembra quasi amatoriale, ma non è un caso. Il disco non soffre neanche di un momento di noia o calo di tensione, tant'è che persino le ballads si fanno amare non poco: #1 è spinta da cori riverberati di grande effetto, l'intensissima Wonder è punteggiata da un violino struggente. The casual years scorre su macerie ambient-psichedeliche.
(originalmente pubblicato il 03/09/08)
(originalmente pubblicato il 03/09/08)
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