Un altro disco leggenda dell'adolescenza, in grado di far innamorare molta gente della voce di Chris Cornell, l'unico vero erede di Plant. I fan dei Pearl Jam trovarono molto di cui nutrirsi, in questo omaggio all'amico vocalist morto per overdose un'anno prima. Trovarono la musicalità aperta e vagamente mainstream dei loro beniamini ed un cantante all'apice della forma, in questo crogiolo di ballads disincantate. A distanza di 17 anni TOTD sembra già molto anacronistico come i dischi dei Guns and Roses, sia per scrittura che per produzione. La mia non vuole essere una critica negativa; ritengo che la qualità delle songs resti sempre molto buona, con apici assoluti in; Hunger Strike, impreziosita dal duetto vocale Cornell-Vedder che raggiunge vertici di lirismo inauditi; la sempre incantevole Call me a dog, epico soul-grunge-pop cristallino ed intenso; Times of trouble, dalla progressione struggente tirata al massimo; Four walled world, oscuro e malsano hard-blues.
Cornell acutizza virtuosamente per tutto il disco, Gossard sfodera assoli su assoli. Il risultato fa molto '70, anche se al di fuori dei pezzi citati si naviga molto fra i due gruppi di provenienza con sempre molta classe ma non troppa fantasia.
Era comunque uno one-shot project, dedicato ad un amico morto.
(originalmente pubblicato il 11/06/08)
Cornell acutizza virtuosamente per tutto il disco, Gossard sfodera assoli su assoli. Il risultato fa molto '70, anche se al di fuori dei pezzi citati si naviga molto fra i due gruppi di provenienza con sempre molta classe ma non troppa fantasia.
Era comunque uno one-shot project, dedicato ad un amico morto.
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