Il metal concettuale ha raggiunto una delle sue massime espressioni con questo Bloody Kisses, estenuante e variegato lavoro che nel 1993 regalò una notevole popolarità ai TON.
Lungo oltre 70 minuti Steele & Co. seppero esplorare una moltitudine di atmosfere, dal doom all'hardcore, dal folk alla psichedelia, con il comune denominatore della follia; preferisco sorvolare sul contenuto, che svaria da attacchi alla chiesa a proclami di odio maschilisti-razzisti, anche perchè non so quanto il leader facesse sul serio. L'intro della suite Christian Woman è un soffice tappeto di organo (le tastiere di Silver saranno fondamentali su tutto il disco) che preclude all'epica esplosione crush-doom; si passa poi da un dimesso motivo acustico ad un tema sornione in cui i cori gregoriani fanno da sottofondo. Assolutamente geniale.
Anche se il retaggio è indubbiamente hardcore-metal, composizioni ispirate come Black no.1 e Kill all the white people si fanno apprezzare molto per i cambi repentini sempre a tono e per il coinvolgimento. I cori lussuriosi-angelici di Summer Breeze e Set me on fire generano strane atmosfere tardo anni '60 mixate con l'hard rock moderno. La title-track è un doom rallentatissimo che avrà fatto invidia ai Paradise Lost.
Il finale è ancor più schizofrenico, fra suoni da girone infernale, vaghe reminescenze Doorsiane e assoli di sitar.
Nel suo complesso Bloody Kisses è un melting pot assolutamente da ascoltare per non fare di tutto il metal un fascio irrancidito da buttare via.
(originalmente pubblicato il 13/06/08)
Lungo oltre 70 minuti Steele & Co. seppero esplorare una moltitudine di atmosfere, dal doom all'hardcore, dal folk alla psichedelia, con il comune denominatore della follia; preferisco sorvolare sul contenuto, che svaria da attacchi alla chiesa a proclami di odio maschilisti-razzisti, anche perchè non so quanto il leader facesse sul serio. L'intro della suite Christian Woman è un soffice tappeto di organo (le tastiere di Silver saranno fondamentali su tutto il disco) che preclude all'epica esplosione crush-doom; si passa poi da un dimesso motivo acustico ad un tema sornione in cui i cori gregoriani fanno da sottofondo. Assolutamente geniale.
Anche se il retaggio è indubbiamente hardcore-metal, composizioni ispirate come Black no.1 e Kill all the white people si fanno apprezzare molto per i cambi repentini sempre a tono e per il coinvolgimento. I cori lussuriosi-angelici di Summer Breeze e Set me on fire generano strane atmosfere tardo anni '60 mixate con l'hard rock moderno. La title-track è un doom rallentatissimo che avrà fatto invidia ai Paradise Lost.
Il finale è ancor più schizofrenico, fra suoni da girone infernale, vaghe reminescenze Doorsiane e assoli di sitar.
Nel suo complesso Bloody Kisses è un melting pot assolutamente da ascoltare per non fare di tutto il metal un fascio irrancidito da buttare via.
(originalmente pubblicato il 13/06/08)
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