mercoledì 28 aprile 2010

Family - Music in a doll's house (1968)

Che gruppo incredibile, mamma mia, quanto di meglio e criminalmente ignorato dai più all'epoca, e nemmeno uno straccio di rivalutazione col passare degli anni! Eppure i Family da Leicester sono stati un entità originalissima e altamente creativa, in grado di anticipare certe movenze del prog-rock, forti di una miscela sonora che attingeva dal blues, dal folk, dal rock, dal classico-sinfonico, in grado di estrapolare opere di alta tensione e vigore ma anche di rara bellezza nel senso puramente melodico.
Nel loro esordio, i Family erano un quintetto incredibilmente dotato (cambieranno molto spesso la formazione, ma i livelli resteranno più o meno simili); il leggendario frontman-vocalist Roger Chapman, uno dei cantanti più originali di tutti i tempi, dal timbro potentissimo e ruggente. Un istrione a cui, per dire, uno come Peter Gabriel dovrebbe dire grazie tutti i giorni per l'ispirazione ricevuta. Il chitarrista Charlie Whitney, compositore delle musiche, uno dei primi a sfoderare la Gibson doubleneck dal vivo. Il bassista/violinista Ric Grech, il fedele batterista Rob Townsend, il sassofonista Jim King. Una formazione eclettica e polivalente, in grado di saper variegare le atmosfere ai più svariati servizi di arrangiamento.
Mi sento molto legato a questo disco per un pezzo in particolare, Mellowing grey, una delle canzoni più belle che abbia mai sentito. Una ballata pastorale struggente, col vibrato di Chapman che sembra stia piangendo, il violino e violoncello di Grech, il lamento felpato di King, tutto incredibilmente commovente, una cosa divina che ha difatto aperto la stagione del progressive.
Fra le altre perle; Me my friend, dai toni chiaroscuri e dalle fanfare rinascimentali. Winter, pianistica cartolina da un'Inghilterra innevata e triste. La frizzante Old songs new songs, la rilassata Hey Mr.Policeman, la sghemba e drammatica See througs windows, con folate di mellotron da brividi. Peace of mind è un'epica cavalcata contrappuntata da voce femminile, crescendo orchestrali e ariosità di violino.
15 pezzi in totale, mai un momento di noia o inferiore alla media, Music in a doll's house è un pezzo di storia che non interessa ormai più a nessuno. Perfidamente, negli anni successivi i Family si discosteranno rapidamente dal progressive in esplosione al tempo, (che praticamente avevano inventato!) e continueranno a sfornare album di infinita personalità e maturità espressiva, sempre guidati dal fenomeno vocale di Chappo e dalla fantasia musicale di Whitney, fino allo scioglimento nel 1973.
La storia non rende giustizia.

(originalmente pubblicato il 06/07/08)

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