martedì 8 giugno 2010

Gun Club - Fire of love (1981)

Una cosa molto bella della new-wave fu che persino i generi già antichi allora potevano essere recuperati in una nuova veste, non necessariamente rivoluzionaria ma comunque trasposta sotto una lente che illuminava i ragazzi d'allora verso forme fresche, coinvolgenti e spontanee. Così successe ai Gun Club, che su questo primo incendiario album svolgevano una missione affine a quella dei Cramps; prendere il blues e il rockabilly dei primi '60, dargli fuoco e lanciarlo alla massima velocità. La lunga mano del punk si insinuava e faceva il resto. Il capitano della banda, Pierce, era un istrione biondo dalla voce quantomeno atipica: tutt'altro che intonato, cantava con ossessiva monocromaticità, fra l'esagitato e lo psicopatico, calamitando l'attenzione in mezzo ad una selva di slides, ritmi selvaggi e schemi blues trasfigurati. Gli anthem migliori di Fire of love suonano ancora molto freschi oggi: l'entrata di Sex beat resta probabilmente il vertice espressivo dei GC, con quei 4 accordi che circolano ossessivi, evocanti una sparatoria da saloon degna dei film country & western. Subito dopo vengono She's like heroin to me, Ghost in the highway, indubbiamente i più folli del lotto. Ma la scrittura e l'esecuzione resta brillantissima anche in pezzi più meditati come Jack on fire e Cool drink of water. Le influenze erano facilmente riconducibili fin dai tardi anni '50, ma quella che i GC stessi eserciteranno su bands di successo di oggi (vedi White Stripes) sarà debordante.

(originalmente pubblicato il 26/07/09)

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