martedì 8 giugno 2010

Van Der Graaf Generator - Live in Guastalla 29/07/2009






Non stento a dire "sogno o son desto" dopo la magica serata di ieri, un evento epocale per me fan inguaribile di PH & VDGG, riuscito finalmente a vederli per la prima volta dal vivo. Nella suggestiva Piazza Mazzini di Guastalla, questo trio di ragazzini 60enni si è esibito in un concerto a dir poco eccezionale che si è protratto per quasi due ore, facendo bella mostra di una forma a dir poco superlativa.





Non nascondo la mia apprensione pre-concerto. Il forfait di Jackson mi impauriva e dopotutto ai primi ascolti non è che fossi così entusiasta di Trisector. La realtà è che la meraviglia si è materializzata fin dal primo pezzo, Interference Patterns, dalle spigolature movimentate e quella tensione teatrale tipica dei beniamini. Finiranno per fare almeno 3/4 dell'ultimo disco, che ovviamente ha assunto molto più valore alle mie orecchie, con le ballad commoventi di The final reel e Lifetime, i vapori jazzati di Only in a whisper, le eterne dissonanze di Over the hill e le abrasioni metalliche di All that before.








Occorre ovviamente spendere tante parole sui singoli, ripeto tre 60enni dalla forza ed energia di adolescenti. Oltre a dimostrare un grande divertimento fra loro nonostante la difficoltà delle partiture, hanno meravigliato per le prestazioni globali. La sorpresa maggiore per me è stato proprio Hammill, in possesso di una forma vocale ultraterrena; ovviamente certi sforzi sovrumani del passato sono stati "rielaborati" in un sapiente recitato o abbassamento di tono, ma in due ore non mi è parso di udire una stecca. Impressionante per la propria magrezza (ad un certo punto gli stavano persino per cadere i pantaloni!), che sia il metabolismo il suo segreto di vocalist sempreverde??? Banton, il solito impassibile ed imperturbabile, con i bassi ai piedi e due tastiere da suonare completamente, seduto e rilassatissimo, di tanto in tanto appoggiava la mano sinistra sullo sgabello per farla riposare. Ed Evans? Non nascondo che è stato lui quello che ho osservato di più durante il concerto. Che fosse un fenomeno già lo si sapeva, ma vederlo è stato come mirare l'apocalisse da vicino. Immenso.
I pezzi storici del passato sono stati sapientemente mixati nel corso dell'esibizione. Al terzo pezzo, Hammill prende la chitarra e accenna il giro di Lemmings. Tutta la piazza (strapiena di gente) è in estasi.





Una cosa da dire è, con il massimo ed eterno rispetto, non si è sentita per niente la mancanza di Jackson. Nei momenti in cui era solito entrare in assolo, ci pensavano Hammill o Banton a riprendere il grosso di quelle note e trasbordarle sull'impianto.
L'emozione si è ispessita quando hanno intonato ben due pezzi di Godbluff; nel mio piccolo speravo tanto in Undercover man, ma poco importa di fronte alla magnificenza di Scorched earth e Sleepwalkers, intramezzato da Childlike Faith in Childhood's End, per un trittico micidiale che ci ha stesi emotivamente.
Il gran finale riserva ancora due gemme immortali; subito dopo una pirotecnica Man-Erg, si prendono un attimo di pausa e Hammill torna al microfono, col suo italiano stentato, dichiarando solamente una!. Ma che una, poi; con Still Life i ragazzi chiudono e fuggono dietro il palco, lasciano alla piazza Mazzini stracolma un senso di immensa soddisfazione per lo spettacolo reso. Mille grazie al Centro Studi VDGG per aver organizzato e finanziato quest'evento.






(originalmente pubblicato il 30/07/09)





2 commenti:

  1. Beato te che ci sei andato!
    Sigh, avrei dovuto esserci anch'io, ma poi un impegno di lavoro me l'ha impedito.
    Spero tornino in Italia, prima o poi, possibilmente un po' più vicino a Roma.

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  2. Caro Simone,
    lo spero vivamente anch'io, che ritornino, chè tanto l'Italia è la loro seconda casa.
    Lunga vita al Generatore!

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