Posso capire la diffusione di critiche piuttosto fredde nei confronti di questa sinfonia tascabile; per nulla innovativo, impalpabile e per certi versi anche scontato, rigidamente diretto sugli anni '70 seppur la componente elettro-percussiva resti fondamentale. Eppure a me piace da matti, per il sound magnificamente prodotto che è frutto essenziale di tastiere d'epoca vintage, a partire dallo splendido strumentale d'apertura Space Maker. Profumi delicatissimi di seventies, dei Pink Floyd più eterei, di new-wave vaporosa (Mer du Japon), francesismi fino al midollo (Lost message), fra gli ingredienti più diffusi all'interno, per una raccolta talmente fragile che un refolo di vento basterebbe a farla crollare. Ma è di un fascino candido ed irresistibile.
(originalmente pubblicato il 16/09/09)
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