Sono letteralmente sconvolto dalla notizia dello scioglimento di questo stupefacente duo, e ancor di più rammaricato di essermi perso la data che fecero ad Ancona neanche due mesi fa, purtroppo non ero a conoscenza del riprovevole fatto.
Un congedo che sembra un "missione compiuta": ora che il tirannosaurus Bush è tornato a casa, le contestazioni dei due lungocriniti hanno raggiunto l'obiettivo. Ma resta il rimpianto del termine delle cavalcate impossibili, di quei 5-6 dischi che con fantasia contorta allietano da anni i miei periodici ascolti. Joshua Tree è un capitolo indefinibile, anche biograficamente: un paio d'anni fa trovai un blog che miracolosamente donava anche singoli ultra-rari, titoli misteriosi non inclusi nelle discografie ufficiali, come questo che sospetto essere un piccolo pasticcio: una buona metà dei pezzi era inclusa in Tasheyana Compost dell'anno precedente, mentre Medley altro non è che la fulminea Open space dell'ep Masonic Chronic. Ma personalmente me ne infischio, ogni scusa è buona per farsi il mostro e i suoi mostruosi frutti; il caos matematico-ritmico sotto assoluto controllo è uno spasso dall'inizio alla fine. L'inizio soffuso di Crumble è solo un inganno; gli UIAM triturano ogni luogo comune del punk-metal, si beffano persino del prog-rock dal quale indubbiamente hanno attinto per le loro partiture impossibili e le armonie vocali che si incrociano beffarde. Impossibile citare i pezzi singoli, anche se personalmente reputo irresistibili For your love, Medley, Hillibilly (una reale presa per il culo al punk e ai Ramones).
E dopo ancora tantissimi ascolti, la mia reazione all'ascolto del duo è sempre una grassa e sana risata: non c'è niente da fare, mi mettono addosso un'allegria incontenibile. Grandi.
R.I.P to the monster.
Un congedo che sembra un "missione compiuta": ora che il tirannosaurus Bush è tornato a casa, le contestazioni dei due lungocriniti hanno raggiunto l'obiettivo. Ma resta il rimpianto del termine delle cavalcate impossibili, di quei 5-6 dischi che con fantasia contorta allietano da anni i miei periodici ascolti. Joshua Tree è un capitolo indefinibile, anche biograficamente: un paio d'anni fa trovai un blog che miracolosamente donava anche singoli ultra-rari, titoli misteriosi non inclusi nelle discografie ufficiali, come questo che sospetto essere un piccolo pasticcio: una buona metà dei pezzi era inclusa in Tasheyana Compost dell'anno precedente, mentre Medley altro non è che la fulminea Open space dell'ep Masonic Chronic. Ma personalmente me ne infischio, ogni scusa è buona per farsi il mostro e i suoi mostruosi frutti; il caos matematico-ritmico sotto assoluto controllo è uno spasso dall'inizio alla fine. L'inizio soffuso di Crumble è solo un inganno; gli UIAM triturano ogni luogo comune del punk-metal, si beffano persino del prog-rock dal quale indubbiamente hanno attinto per le loro partiture impossibili e le armonie vocali che si incrociano beffarde. Impossibile citare i pezzi singoli, anche se personalmente reputo irresistibili For your love, Medley, Hillibilly (una reale presa per il culo al punk e ai Ramones).
E dopo ancora tantissimi ascolti, la mia reazione all'ascolto del duo è sempre una grassa e sana risata: non c'è niente da fare, mi mettono addosso un'allegria incontenibile. Grandi.
R.I.P to the monster.
(originalmente pubblicato il 05/07/09)
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