lunedì 7 giugno 2010

For Against - Aperture (1993)

(Serie: i dischi che avrebbero potuto segnare l'adolescenza come certi altri storici, soltanto che li ho scoperti dopo 15 anni!) parte 2.
Il trio di Runnings sembra avere sette vite come i gatti. Il recente ritorno di Shade side sunny side ha segnato un entusiasmante recupero delle sonorità dei primi due dischi, in cui impersonavano una sorta di Police gotici ed oscuri. La carriera dei For Against è stata segnata da lunghe pause, senza mai scioglimenti veri e propri; Aperture segnò un netto scarto al passato, facendoli etichettare come dream-pop, shoegaze e cose del genere. La realtà è che questo disco è una collezione miracolosa di splendide songs, la cui fruttuosa melodicità cozza contro un esistenzialismo mai represso. Senza neanche un orpello, con pochissimi e brevissimi assoli: quasi tutti i pezzi iniziano con la voce alla prima battuta, come a dire: la nudità delle composizioni è la cosa più importante. Don't do me any favour, Breathless, Nightmare life è il trittico iniziale che fa innamorare subito del disco. Sono canzoni per cui Robert Ciccio Smith avrebbe anche usato violenza per poter scrivere; l'atmosfera dilatata di Spent si invola pindaricamente con successo, l'hit mancata di I wish è un quadretto malinconico che più inglese non si potrebbe. Senza un attimo di stanca, il finale è quanto di meglio potrebbe riservare l'ascolto: You only twice è un altro potenziale brit-hit. Le ultime due songs spingono sul piede dello spleen; Today Today vive di un contrasto dolce-amaro che porta l'immaginazione oltre le nuvole, mentre la meditazione astrale di Memorial chiude trionfalmente con la miglior composizione in assoluto dei For Against,
facendo venire voglia di riprendere Aperture dall'inizio un altra volta.

(originalmente pubblicato il 05/07/09)

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