Ecco un artista che si ha motivo di rimpiangere.
Sono passati 10 anni da questo isolato episodio e non si scorge alcuna notizia del gentlemen di Tottenham, e temo che noi fan dovremo rassegnarci all'idea che non tornerà mai più.
Ci restano un pugno di dischi senza tempo, di cui ci possiamo accontentare. E non voglio neanche pensare che questo eponimo venne rilasciato per onorare e terminare il contratto con la Polydor, tanta è la bellezza pura ed incontaminata di questi 8 candidi lenzuoli di note e calma serafica.
Accompagnato dal solito ensemble da camera, Hollis li scrisse insieme a 3 musicisti sconosciuti che col rock non hanno nulla a che fare (Miller,Livesey,Ramacon). Il soul in moviola argentato di The colour of spring, praticamente una citazione del passato Talk Talk, apre ed è subito incantesimo. Inside looking out, unico pezzo scritto in solitudine, è scomposizione pianistica per chi ama perder(si) (nel) tempo, melodia immortale e fatalistica. E' comunque la chitarra classica a guidare le composizioni, come nella jazzata The gift, nell'agreste Westward bound, nella frizzante fanfara fiatistica di The daily planet.
Elegie del silenzio, degli squittii timidi degli ottoni, dei tocchi pesanti del double bass, della voce stentorea e fragile, delle spazzole a rimbalzare educatamente, del pianoforte nobilmente echeggiante, A life (1895-1915) e A new Jerusalem sono le perle definitive di un artista unico che ha fatto della propria integrità di vita (attenzione, non artistica) una roccaforte inespugnabile, persino dopo le sbornie anni '80 che potevano spazzarla via.
Sono passati 10 anni da questo isolato episodio e non si scorge alcuna notizia del gentlemen di Tottenham, e temo che noi fan dovremo rassegnarci all'idea che non tornerà mai più.
Ci restano un pugno di dischi senza tempo, di cui ci possiamo accontentare. E non voglio neanche pensare che questo eponimo venne rilasciato per onorare e terminare il contratto con la Polydor, tanta è la bellezza pura ed incontaminata di questi 8 candidi lenzuoli di note e calma serafica.
Accompagnato dal solito ensemble da camera, Hollis li scrisse insieme a 3 musicisti sconosciuti che col rock non hanno nulla a che fare (Miller,Livesey,Ramacon). Il soul in moviola argentato di The colour of spring, praticamente una citazione del passato Talk Talk, apre ed è subito incantesimo. Inside looking out, unico pezzo scritto in solitudine, è scomposizione pianistica per chi ama perder(si) (nel) tempo, melodia immortale e fatalistica. E' comunque la chitarra classica a guidare le composizioni, come nella jazzata The gift, nell'agreste Westward bound, nella frizzante fanfara fiatistica di The daily planet.
Elegie del silenzio, degli squittii timidi degli ottoni, dei tocchi pesanti del double bass, della voce stentorea e fragile, delle spazzole a rimbalzare educatamente, del pianoforte nobilmente echeggiante, A life (1895-1915) e A new Jerusalem sono le perle definitive di un artista unico che ha fatto della propria integrità di vita (attenzione, non artistica) una roccaforte inespugnabile, persino dopo le sbornie anni '80 che potevano spazzarla via.
(originalmente pubblicato il 08/09/08)