E' un cd che fu stampato privatamente e venduto solo sul sito ufficiale, che riproduce un concerto in un teatro a Glasgow nell'estate 2003. Quindi si trattava di un oggettino strettamente riservato ai fans, ma la qualità sonora è pressochè perfetta e se non si fosse trattato di inflazionare il mercato, a tutt'oggi si può annoverare nella discografia ufficiale dei due.
All'epoca, erano fuori con Monday at the Hug & Pint, che seppur non ritenga il loro episodio migliore, resta comunque uno struggente stralcio della poetica falkirkiana, ad un passo dalla fine. Forse qualche riempitivo abbassava la media, mentre tornavano ad una produzione barocca in stile Philophobia. Questo live è un semi-unplugged, con l'aggiunta delle due archiste, senza batteria ma solo il beat-box in metà dei pezzi, la slide di McGowan che svisa in stile quasi country. Moffat si concentra unicamente al canto denotando qualche miglioramento, Middleton imbracciava soltanto l'acustica.
Fra i vecchi cavalli di battaglia, Here we go subisce le folate di violino e cello finendo per essere più calda. Soaps senza ritmica, nuda e orpellata, scopre la sua bellezza spudorata.
La stragrande maggioranza della scaletta prediligeva l'ultimo materiale, fra le quali risalta l'imponenza gentile di Who named the days?, la disperazione frenetica di Fucking little bastards, la dinamica cinematica di Peep Peep, il techno-folk di The shy retirer. Fino a culminare nella perla di Glue, strappacuori e strappalacrime come solo gli AS sapevano fare.
Più divertissment che altro le cover di Van Halen e AC/DC, quasi a voler riprendere un po' della loro programmatica ironia, a sdrammatizzare le atmosfere che comunque, nel frangente in esame, fu forse il meno scuro di tutta la stellare carriera di M&M.
All'epoca, erano fuori con Monday at the Hug & Pint, che seppur non ritenga il loro episodio migliore, resta comunque uno struggente stralcio della poetica falkirkiana, ad un passo dalla fine. Forse qualche riempitivo abbassava la media, mentre tornavano ad una produzione barocca in stile Philophobia. Questo live è un semi-unplugged, con l'aggiunta delle due archiste, senza batteria ma solo il beat-box in metà dei pezzi, la slide di McGowan che svisa in stile quasi country. Moffat si concentra unicamente al canto denotando qualche miglioramento, Middleton imbracciava soltanto l'acustica.
Fra i vecchi cavalli di battaglia, Here we go subisce le folate di violino e cello finendo per essere più calda. Soaps senza ritmica, nuda e orpellata, scopre la sua bellezza spudorata.
La stragrande maggioranza della scaletta prediligeva l'ultimo materiale, fra le quali risalta l'imponenza gentile di Who named the days?, la disperazione frenetica di Fucking little bastards, la dinamica cinematica di Peep Peep, il techno-folk di The shy retirer. Fino a culminare nella perla di Glue, strappacuori e strappalacrime come solo gli AS sapevano fare.
Più divertissment che altro le cover di Van Halen e AC/DC, quasi a voler riprendere un po' della loro programmatica ironia, a sdrammatizzare le atmosfere che comunque, nel frangente in esame, fu forse il meno scuro di tutta la stellare carriera di M&M.
(originalmente pubblicato il 26/09/09)
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