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A parte agli squisiti strumentali in cui Fariselli, Capiozzo e Tavolazzi sembrano divertirsi con le loro evoluzioni virtuosistiche in vena jazz-funk, è sempre la voce del greco a fare la differenza con toni ironici ne Il bandito del deserto, Ici on dance, e specialmente nel delirio psico-incestuoso di Acrostico in memoria di laio. Sembra dominare un grande spirito di allegria e quasi nessun cenno politico, forse reazione al serissimo sperimentalismo che Stratos stava compiendo ai tempi.
Unica variazione significativa, il fosco passaggio desertico di Return from workuta, in cui i gargarismi arzigogolati riportano ad atmosfere arabe da muezzin torve ed evocative.
Un disco considerato minore nel lotto, e probabilmente lo è, ma che svela un irresistibile immediatezza altrove poco riscontrata.
(originalmente pubblicato il 28/09/09)
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