Erano un power trio dalla tecnica limitata ma con tante idee interessanti. La frontman e autrice Bjelland era una Cobain bionda dall'apparenza angelica, pare con un passato travagliato e pieno di sofferenze. La sua voce era l'elemento di punta: un ruggito furioso e possente, modulato alla perfezione, e peraltro anche molto bella in timbrica naturale. La co-fondatrice Barbero era una batterista primitiva e minimale, ossessiva sui tom e sui timpani più che sul resto.
Fontanelle è ricco di variazioni sul tema principale della sfuriata hardcore che qui trova gli highlights in Right now, Blood, Handsome & Gretel, e Mother, peraltro già irresistibili in essi stessi. Il disco cresce perchè ci sono: il bucolico strumentale di Quiet room, il baccano complesso di Jungle Train, il noise-blues di Pearl.Come mio solito tengo i pezzi migliori per chiudere il discorso: Gone è ballad elettrificata con spaccamento di bottiglie di vetro dai vocalizzi parossistici. Real eyes suona come se Siouxsie fosse nata a Seattle nel 1970, grezzo pre-wave di assoluto valore. E soprattutto Spun, spettrale blues dalle alternanze piano / forte con una grandissima Bjelland, che qui eguagliava le cose migliori della Lunch.
E non era proprio poco.
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